Gestione contestata
La Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia, la cui gestione forestale e turistica è da anni contestata dall’Associazione Wilderness (alla quale si deve la nascita stessa della Riserva!) è stata di fatto ampliata di altri 251 ettari grazie ad un gesto filantropico che onora l’anonima persona che lo ha voluto fare, e che moralmente “schiaffeggia” i pubblici gestori della Riserva Naturale! Un gesto che condanna anche la decisione di aver autorizzato l’erezione di due torri eoliche proprio ai suoi limiti, e che oggi dominano su un paesaggio forestale integralmente protetto e dedicato alla preservazione dell’ambiente naturale, del paesaggio e della biodiversità, nel rispetto dei diritti locali all’utilizzo delle risorse naturali rinnovabili.
Un’anonima filantropa
Sul finire di questo 2025, dopo il successo di una prima nuova Area Wilderness privata designata su 75 ettari di boschi planiziali in Friuli Venezia Giulia, si può annunciare la designazione di altre due settori di Area Wilderness proprio ai confini della tanto criticata (per la sua gestione) Riserva Naturale Regionale dell’Adelasia in Comune di Cairo Montenotte frazione Ferrania. Ciò è avvenuto lo scorso 1° novembre con la firma e formalizzazione di un Contratto di Tutela Spontanea che vincola le due Aree in forma assolutamente “integrale” (ripetiamo, a scorno di quanto stanno facendo, invece, le autorità regionali, provinciali e locali nella Riserva pubblica!). Ciò si deve ad un’anonima filantropa che da qualche tempo aveva acquistato questa vasta proprietà boschiva proprio al fine di salvaguardare il suo ambiente forestale impedendo assolutamente ogni forma di taglio arboreo o sfruttamento per finalità economica. Le due nuove Aree Wilderness sono rispettivamente: Area Wilderness Valle del Rio Recrovo di 166 ettari; e Area Wilderness Valle di Pianfornetti di 79 ettari. Esse restano divise tra loro da una strada provinciale. E una strada forestale divide la prima dalla Riserva Naturale dell’Adelasia. Inoltre vi sono state designate anche altre 10 modeste Zone di Tutela Ambientale ad esse esterne per un totale di 6 ettari. Di fatto, un GRANDIOSO filantropico gesto di scelta culturale, estetica, ambientalista e di difesa paesaggistica che di fatto commemora più di tante parole il 40° anniversario dell’AIW.
Un nuovo e preoccupante progetto
Purtroppo a questa buona notizia bisogna precisare che subito esternamente alle suddette Aree esistono, come già detto, due torri eoliche a suo tempo vanamente contestate (anche, e soprattutto, dall’AIW); e che la secondo delle due Aree è già minacciata da un nuovo progetto di centrale eolica, per realizzare il quale si dovrebbe letteralmente sfasciare la vallata che vi viene compresa quasi interamente, con una strada di oltre 6 metri di ampiezza che la percorrerebbe interamente al fine del trasporto dei componenti di 6 torri eoliche previste su un altopiano ad essa esterna! L’AIW, fortunatamente appoggiata anche da altre ONG liguri (particolarmente dal WWF Liguria) e da un Comitato locale di cittadini, ha già provveduto ad avanzare istanza di opposizione; istanza che ora, a contratto siglato, e l’avvenuta formale protezione della zona, ancorché in forma privata (ma moralmente ed eticamente valida!) è stata nuovamente caldeggiata.
Incisione paesaggistica
Va infine precisato che la seconda delle due Aree è anche attraversata dal tracciato della storica funivia industriale (oggi in disuso, sebbene si continui a parlare di riattivazione) che dall’inizio del secolo scorso serviva per il trasporto del carbone fossile dal porto di Savona al nucleo industriale di Cairo Montenotte, dove veniva lavorato e trasformato in carbon coke. Ma essa vi incide paesaggisticamente in modo scarso, proprio per la notevole altezza con cui sorvola la vallata. Le due Aree, e i pur modesti settori di ZTA, sebbene dominati prevalentemente da cedui invecchiati di castagno (con non pochi tratti probabilmente non più assoggettati a tagli da quasi cento anni), racchiudono ambienti forestali anche con faggi, cerri, querce, aceri, carpini, ed altri alberi di ambiente montano; e sono caratterizzati dalla presenza di notevoli alberi centenari di faggio e di querce. Inutile dire che le due nuove Aree di conservazione racchiudono altresì habitat naturali per molte specie rare di fauna e di flora. Non vi sono parole sufficiente per esprimere la soddisfazione e, soprattutto, per ammirare questo STRAORDINARIO gesto di filantropia e di scelta culturale, estetica, ambientalista e di difesa paesaggistica che oggi, 40° anniversario dell’Associazione Wilderness, più di tante parole lo commemora; consentendo a questa nuova realtà valbormidese di vera conservazione di restare per sempre preservata e tramandata alla posterità, e della quale si parlerà ancora in futuro per iniziative collaterali ad essa affini.
La dedica
In merito, l’AIW è particolarmente grata all’anonima Signora anche per aver accolto la proposta di dedicare questa iniziativa al compianto cittadino di Ferrania, Ezio Montano, iscritto all’AIW fin dalla sua fondazione, al quale, assieme ad altri, si deve la nascita dello storico nucleo che formava l’allora Riserva Naturalistica dell’Adelasia; dedicata così motivata: Alla memoria di Ezio Montano, cittadino di Ferrania, operaio della ex omonima ditta, che questi boschi e quelli limitrofi della Valle del Ferranietta dove era nato, li conosceva a menadito e li frequentava come cacciatore e fungaiolo, e, amandoli, per la difesa dei quali si batté fino alla fine dei suoi giorni. Oggi questi due nuovi settori di Aree Wilderness valbormidesi esprimono anche quella necessità conservazionista che un tempo esprimeva la suddetta originaria Riserva Naturalistica, che dai 750 ettari “integralmente protetti” per circa 30anni dalla 3M Italia sta per ridursi ai soli miseri 100 ettari, come stabilisce il contestato Piano di Gestione Forestale fatto stendere dagli organismi provinciali e regionali! Ovvero, quando si dice che sono i cittadini a dover fungere da esempio e stimolo per le autorità! Sebbene quelle liguri (regionali e provinciali) si siano sempre rivelate cieche e sorde di fronte agli interessi economici che girano dietro alla filiera del legname!
Un processo naturale
Scopo fondamentale di queste nuove Aree Wilderness sarà anche dimostrare come il ceduo di castagno, che nella vicina Riserva Naturale ci si ostina a voler tagliare per “rinvigorirlo” e per “orientare” l’ambiente al suo stato originario, non abbia affatto bisogno di interventi colturali per giungere a questo scopo, ed anzi sarà proprio con il suo totale abbandono che si favorirà il cambiamento; e lo si favorirà con un processo naturale e non già con la manipolazione dell’uomo, fino alla inevitabile sparizione del castagno e al ritorno dell’antica foresta originaria di faggi, querce, aceri e carpini. Di fatto, un “caso di studio” che un domani farà scuola, se non per la gestione dei boschi cedui di castagno su suoli e appartenenza privata (con, quindi, esigenze di sfruttamento forestale per finalità economiche), almeno per quelli di pubblica proprietà (o di proprietà di organismi ONG con finalità naturalistiche) ed inseriti in aree protette. (Franco Zunino – Segretario Generale Associazione Italiana Wilderness)

































