Arci Caccia e Federcaccia di Siena esprimono il loro rammarico per lo scarso interesse della Regione a trovare in tempi brevi una idonea soluzione al problema dell’eccessiva presenza di ungulati sul territorio.
Le due Associazione Venatorie senesi, all’indomani dell’incontro con l’Assessore Regionale Gianni Salvadori, incontro richiesto assieme alle Organizzazioni degli Agricoltori, esprimono con grande rammarico la delusione di dover prendere atto che la soluzione al problema della eccessiva presenza di ungulati è ancora lontana dall’essere trovata. Ancora una volta abbiamo assistito ad un disarmante rimpallo di responsabilità, con la Provincia – presente all’incontro – che lamenta l’impossibilità, senza ulteriori garanzie da parte della Regione, di esercitare le funzioni che pure la legge le delega e la Regione che, dall’altra parte, non sembra ritenere sussistano le condizioni per un proprio intervento diretto in sostituzione della Provincia stessa, prerogativa che peraltro la legge regionale le assegna. Il risultato è il permanere del blocco degli interventi di contenimento ex art. 37 della legge regionale 3/94, blocco in essere nella provincia di Siena ormai fin dal primo ottobre scorso: una situazione inconcepibile, anche a fronte di quanto invece accade in altre realtà della Toscana. Nel frattempo la situazione sul territorio, in centinaia di strutture pubbliche zeppe di ungulati sta esplodendo, compromettendo la funzione a cui tali strutture sono deputate.
Le Associazioni degli agricoltori sempre più esasperati si dimettono dagli ATC facendo scricchiolare anche quest’ultimo baluardo a difesa della gestione faunistica e venatoria. Arci Caccia e Federcaccia, a fronte di questa condizione paradossale, hanno deciso di non partecipare al Tavolo riunito dalla Provincia in data odierna, per dare un segnale preciso e richiamare le istanze istituzionali competenti alle loro responsabilità.
Arci caccia e Federcaccia, pur non rassegnandosi di fronte a questa situazione che minaccia di far sgretolare l’impianto gestionale che hanno fortemente contribuito a far nascere e crescere in Provincia di Siena, dichiarano di non sentirsi minimamente responsabili per l’aumento dei disagi all’agricoltura e all’ordine pubblico causato da specie di fauna selvatica che i cacciatori, senza gli adeguati strumenti che è compito delle istituzioni rendere disponibili, non possono essere in grado di gestire.
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