La battaglia di Arci Caccia per la rappresentatività democratica all’interno degli ATC abruzzesi non si ferma. Continuerà in sede politica dopo che la Corte Costituzionale ha definito “non irragionevole” la legge con cui, di fatto, si determinerà l’esclusione dagli ATC dell’Abruzzo dei rappresentanti della metà dei cacciatori di quella Regione. Nonostante la posizione assunta dalla suprema corte, che andrebbe letta con attenzione, infatti, il ricorso era stato dichiarato “fondato ed ammissibile”, sono inaccettabili i commenti del Presidente Regionale di Federcaccia Franco Porrini. Precisiamo che non è certo la presenza della sola rappresentanza di Federcaccia che garantisce stabilità e efficienza al sistema degli ATC abruzzesi, anche Porrini sa che tante sono le partite aperte presso il Tar regionale rispetto alla gestione degli ambiti.
Le mire egemoniche dei dirigenti locali e il sostegno politico dell’attuale maggioranza in Regione Abruzzo hanno trovato una sintesi politica, ma sicuramente non concorreranno né al miglioramento della caccia né ad aumentare la concordia tra i cacciatori; di sicuro no rafforzeranno la rappresentanza del mondo venatorio. Forse l’operazione porterà qualche tessera all’associazione del Presidente Porrini, ma altre dovrebbero essere le “vette” a cui dovrebbero aspirare dirigenti di primo piano di una Associazione come Federcaccia. Prendiamo atto che, almeno in Abruzzo, l’occupazione di tutte le poltrone disponibili è la prima preoccupazione.
Arci Caccia, da sempre lontana da queste logiche, continuerà la sua lotta su tutti i terreni possibili, vigilando sui comportamenti e lavorando per risollevare, anche in questa Regione, le sorti della nostra passione, portando il nostro contributo, come sempre, badando all’interesse comune e non a quello personale o di parte.