Caccia e Fauna: Arezzo, contro le incessanti scorrerie degli ungulati arrivano le guardie venatorie a difesa delle colture; quaranta agricoltori volontari formati per intervenire a sostegno delle imprese in difficoltà.
Mentre si moltiplicano le incursioni devastanti degli ungulati sui terreni agricoli aretini, sono pronte a dare aiuto alle aziende più di 40 guardie giurate venatorie. Si, perché Coldiretti Arezzo, ancora una volta, è scesa in campo a sostegno delle proprie aziende agricole, organizzando la formazione di coltivatori che, attraverso la partecipazione ai corsi realizzati dalla Provincia, stanno acquisendo, sempre più numerosi, appunto il titolo di guardia giurata venatoria volontaria. “Si tratta di coltivatori, che, appunto in maniera del tutto volontaria – spiega Leonardo Belperio, rappresentante dell’organizzazione all’interno dell’Ambito Territoriale di Caccia di Arezzo e vicepresidente di Coldiretti Arezzo – hanno la possibilità, una volta acquisito il titolo, di poter affiancare altri agricoltori nella difesa dei raccolti dalle micidiali scorrerie dei cinghiali”. Qualche numero: “Hanno già raggiunto il ruolo con tanto di giuramento – spiega Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana e Arezzo – 28 guardie venatorie, alle quali se ne stanno aggiungendo altre, che hanno quasi finito il corso, per cui alla vigilia di questa estate ci saranno, da parte Coldiretti, più di 40 guardie venatorie che potranno aiutare gli agricoltori in difficoltà a difendersi dagli assalti degli ungulati, in un momento delicato come questo in cui la caccia al cinghiale è ferma, e lo sarà fino a settembre, mentre sui campi indifesi i raccolti prendono forma attirando gli animali selvatici”.
E’ chiaro che questo è un modo per aiutare gli agricoltori a difendersi, ma da Coldiretti Arezzo viene anche un richiamo alle autorità locali per un impegno complessivo più ampio e forte per risolvere in maniera definitiva questo ormai annoso problema, sempre più pressante: “Gli agricoltori non chiedono cose impossibili – spiega ancora Marcelli – ma semplicemente di essere messi nella condizioni di coltivare in pace, come accadeva fino qualche anno fa, quando la densità degli animali selvatici era ancora ragionevole”. E’ una battaglia questa, conclude il presidente, “che Coldiretti Arezzo porterà avanti con forza come sempre a fianco delle imprese e dei propri soci: è una problematica che ha bisogno di tempi rapidi, anche per scongiurare la chiusura delle tante aziende danneggiate, tenendo conto che ogni giorno i cinghiali e gli altri ungulati, letteralmente si mangiano oltre 10mila euro di colture agricole toscane”.
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