Caccia: L’Italia è al pari degli altri Paesi dell’Unione Europea grazie all’approvazione degli Emendamenti del Sen. Santini.
L’approvazione dell’emendamento del sen. Santini alla legge “Comunitaria” relativo alla Caccia in Commissione Politiche Europee riporta l’Italia sullo stesso piano degli altri paesi europei, nei quali il mondo venatorio non subisce gli attacchi emotivi degli ambientalisti del ‘NO a priori’ ma è oggetto di una discussione scientifica. L’emendamento in discussione – sottoscritto anche da UDC, Lega Nord e votato in maniera bipartisan – è stato accusato di dare la possibilità ai cacciatori di sparare tutto l’anno; in realtà lo stesso rende possibile la modifica ai calendari venatori solo nei termini e nei limiti della legge europea, la quale dà preminenza a un criterio ecologico scientifico dell’ambiente (differenti periodi di migrazioni delle differenti specie) a discapito di quello burocratico (calendario fisso).
Ciò andrebbe quindi a tutelare maggiormente le specie dei volatili perché l’attività di prelievo rispetterebbe i loro cicli di vita specifici, senza comunque andare a modificare i periodi di caccia liberalizzandoli completamente. Tali possibilità di modifica ai calendari venatori rientrano nei dettami della “Guida alla disciplina della caccianell’ambito della direttiva 79/409/cee sulla conservazione degli uccelli selvatici” elaborata dalla Commissione Europea dopo il via libera del mondo venatorio attraverso la FACE (Federazione delle Associazioni della Caccia e per la Conservazione della Fauna Selvatica) e con la condivisione del mondo animalista più evoluto attraverso BIRDLIFE International, rappresentata in Italia da Lipu e presente in più di 100 paesi in tutto il mondo.
Adeguare la normativa italiana a quella europea è tutt’altro che un blitz: è un’esigenza del nostro sistema giuridico e di quello di tutti i membri dell’UE.
Dispiace leggere ancora una volta tanti insulti al mondo venatorio, solo in Italia esistono così tante associazioni che si propongono di ‘abolire’ la caccia senza invece ragionare sul perché essa in altri paesi, a cominciare dalla vicina Francia, è rispettata e tenuta in considerazione per il suo importante ruolo nella gestione della fauna e del territorio. Gli ambientalisti seri e preparati non dovrebbero apparentarsi con chi usa l’insulto e l’istigazione all’odio. Nella nota diffusa si fa riferimento ad un assalto alla natura e ai cittadini italiani, dichiarazioni che mirano solamente a diffondere il terrore nella popolazione. Il terrore e l’odio, messi insieme, possono avere effetti non perfettamente controllabili come purtroppo abbiamo dovuto constatare leggendo proprio ieri un blog in cui si esulta per la morte di un cacciatore*.
La nostra proposta è di abbassare i toni e discutere civilmente di una procedura democratica che fa riferimento a normative europee che si basano su studi scientifici condivisi, a livello internazionale, sia dal mondo venatorio che da quello ambientalista.
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