Tre cacciatori umbri, uno Rieti e due di Terni, erano stati arrestati in Serbia per irregolarità riguardanti la detenzione munizioni non denunciate in territorio serbo; tornano liberi dopo 25 giorni di carcere.
Lo scorso 13 novembre tre cacciatori umbri si erano recati a caccia all’estero, nei paesi dell’ex Jugoslavia, come già avevano fatto tante altre volte; i tre cacciatori, un ex sottufficiale del Corpo Forestale di Rieti e due suoi amici di Terni avvocato e veterinario, giunti a Bujanovac a poche decine di chilometri dal confine tra la Serbia e Macedonia, hanno dovuto rinunciare alla vacanza venatoria poiché arrestati dalla Polizia serba che li ha condotti direttamente in carcere. Insieme ai tre cacciatori italiani viaggiava anche una guida locale che è stato rilasciato dalla polizia ed al quale sono stati poi affidati in custodia i cani da caccia portati dall’Italia fino alla definizione della vicenda. L’accusa sarebbe stata quella di tentativo di contrabbando di munizioni per quanto riguarda le cartucce da caccia portate dall’Italia dai tre cacciatori senza averle registrate dopo l’acquisto come invece prevede la normativa locale. Solo dopo quattro giorni i tre cacciatori arrestati hanno potuto informare le proprie famiglie di ciò che stava accadendo attivando quindi le Autorità italiane, Farnesina e Consolato Italiano in Serbia, nonché i legali a Belgrado che hanno così potuto presentare apposita istanza per la liberazione in attesa dell’udienza che si sarebbe tenuta trenta giorni dopo.
Fortunatamente la vicenda si è risolta per il meglio con la liberazione dei tre cacciatori umbri dopo venticinque giorni di carcere. Infatti nel corso dell’udienza tenutasi nei giorni scorsi il tribunale locale ha ritenuto i tre cacciatori italiani completamente estranei alle contestazioni che gli erano state mosse al momento dell’arresto; inoltre il giudice non ha riscontrato alcuna violazione amministrativa pertanto i tre cacciatori non dovranno pagare alcuna multa.
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