Un anniversario particolare
Il mondo venatorio protagonista nella lotta alla diffusione della PSA, questo è quanto è emerso dall’assemblea del 14 giugno tenutasi presso la sala consiliare del comune di Fivizzano, a circa un anno dal primo caso di PSA documentato nel comune di Zeri. Hanno partecipato:
- Il Sindaco del Comune di Fivizzano Giannetti Luigi
- Il Presidente Regionale ARCI caccia Sirio Bussolotti
- Dott.ssa Francesca Cattaneo dirigente veterinario ASL Nord Ovest dipartimento sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria
- Presidente dell’ATC MS 13 Emiliano Centofanti
- Dott. Paolo Bongi Tecnico faunistico ATC MS 13
- Dott. Marco Betti veterinario
- Presidente Pro segugio Massa Carrara Marco Cardellini
Le difficoltà emerse
Tutti i partecipanti hanno concordato in modo forte, che monostante le difficolta emerse nella gestione di questa grave epidemia di PSA, da molteplici punti di vista, da quelli legati alla conoscenza scientifica del virus, alla logistica sul territorio, all’arretratezze delle strutture, è emerso da parte del mondo venatorio una piena presa di coscienza della gravità del fenomeno, che dopo un primo momento di smarrimento, ha saputo generare in sinergia con ASL nord ovest e ATC MS 13, una reazione efficace, mettendo in atto tutta una serie di iniziative che si stanno rivelando efficaci nel rallentare e contenere l’infezione, contribuendo ad impedirne il veloce diffondersi al resto della Regione, guadagnando tempo per tutte le provincie Toscane.
Compatibile e necessaria
Soprattutto hanno dimostrato che l’attività venatoria non è incompatibile con le misure di contenimento, come in un primo tempo era emerso dalle direttive del commissario straordinario, ma addirittura necessaria, contribuendo in modo quasi totale al monitoraggio passivo alla ricerca di carcasse infette, su apposite aree individuate dalla ASL e ATC MS 13, al fine di controllare l’espandersi del contagio, e per il depopolamento della specie, seppure effettuato nelle forme previste dall’ art. 37 della Legge regionale Toscana 3/1994 e successive modifiche, che disciplina gli interventi di controllo della fauna selvatica in particolare ungulati con le limitazioni sul numero dei cani, massimo 3 e dei partecipanti massimo 15, che devono comunque avere la formazione specifica prevista circa le conoscenze necessarie ad una corretta gestione del prelievo della specie cinghiale,e la gestione delle carni e dei sottoprodotti, opportunità di formazione data attraverso specifici corsi organizzati da ATC MS 13 già nel marzo 2024.
Altre forme di caccia
È comunque necessario prendere coscienza che la caccia in braccata subirà uno stop nella nostra provincia, per un tempo non definibile ma comunque, fino alla completa negatività per 12 mesi nell’intero territorio provinciale, dall’ultimo caso accertato. Il dibattito è intervenuto proprio su questi punti, ed alla luce della situazione che si sta determinando sul territorio, che ARCI caccia nella figura del suo presidente Regionale Sirio Bussolotti considera maturi i tempi per rivedere e modificare alcune limitazioni che riguardano il numero dei partecipanti e il numero di cani per gli interventi di depopolamento, proponendone almeno 5 cani, alla luce del fatto che è previsto l’uso esclusivo di cani certificati limieri, che difficilmente sfuggono al controllo dei conduttori, e garantiscono un lavoro di accertamento minuzioso e circoscritto, di contro è necessario anche un aumento dei partecipanti almeno a 25 vista la particolare natura del territorio Lunigianese e della costa, completamente o quasi montuoso e boscoso, per consentire una miglior circoscrizione del territorio soggetto a intervento di depopolamento, si è evidenziato inoltre che la limitazione colpisce anche altre forme di caccia come la battuta alla lepre e le relative prove cinofile che impediscono la partecipazione delle mute, composte da almeno 4 soggetti, considerando che le prove si svolgono principalmente in territori non boscati o poco boscati dove è difficile la presenza di cinghiali e comunque vista la specificità dei soggetti predisposti quasi esclusivamente allo scovo della lepre se ne propone lo stralcio consentendo l’uso di mute di almeno 4 soggetti.
La caccia come leva di sicurezza valorizzazione e sviluppo
La caccia controllata svolge un ruolo essenziale nella lotta alla PSA in Lunigiana. Quando gestita con tecniche corrette, sinergie istituzionali e formazione, diventa uno strumento efficace per:
- abbassare la densità di cinghiali
- prevenire il contagio verso gli allevamenti
- proteggere raccolti e comunità rurali
- garantire continuità economica per agricoltori e cacciatori
Tuttavia, restano criticità da superare: semplificazione delle autorizzazioni, rafforzamento dei controlli, incentivi reali per i cacciatori e agricoltori, tutela degli operatori e contrasto al bracconaggio. Solo con un approccio condiviso e responsabile tra comune, ASL, ATC, forze dell’ordine, agricoltori e mondo venatorio potremo mettere davvero freno alla PSA e salvaguardare il nostro territorio (fonte: Arci Caccia).