Il 2025 è praticamente terminato e bisogna lasciare spazio al 2026, un anno che tutti, mondo venatorio in primis, sperano possa riservare grandi soddisfazioni. Stefano Castellani, cacciatore romano con grande visibilità sul web (è tra i principali influencer della caccia), ha voluto condividere con la redazione di Caccia Passione i suoi auguri per i prossimi 12 mesi: “È stato un anno particolare per la nostra amata Caccia e per la nostra Categoria, tante aspettative deluse e tante sorprese inaspettate hanno caratterizzato questo 2025 che, come è solito dirsi, poteva andare meglio ma poteva anche andare peggio“.
Macchina del fango
“Come tutti gli anni la categoria dei Cacciatori è stata vittima della famosa macchina del fango che viene spesso messa in moto quando viene preso di mira qualcuno; giornali, social e quest’anno anche spot pubblicitari di note aziende che operano nel settore del cibo per “amici a quattro zampe e non” hanno provato a screditare la categoria dei Cacciatori e la Caccia stessa (nell’ultimo caso facendosi un clamoroso autogol); abbiamo purtroppo dovuto piangere la scomparsa di gente che condivideva la nostra stessa passione ed ingoiare l’ennesimo rospo davanti ad ignobili insulti. Abbiamo tuttavia avuto anche delle belle certezze come la grande presenza di tanti appassionati nelle fiere di settore e la crescita del numero dei giovani che si approcciano all’attività venatoria, numeri che fanno ben sperare per un roseo futuro“.
Un intento comune
“Cosa ci aspettiamo per il nuovo anno? Difficile fare delle previsioni ma qualche considerazione, da intendersi come augurio, è lecito farla! Personalmente mi auguro che le divergenze che molto spesso emergono all’interno della nostra categoria (politiche e non), vengano definitivamente eliminate e si “lotti” per un intento comune: l’unità, solo essendo uniti possiamo garantirci e garantire un futuro per l’attività venatoria; mi auguro che la Caccia resti “del popolo e per il popolo”, un’attività accessibile a tutti in quanto, nonostante è a tutti gli effetti una concessione statale, fa parte della nostra cultura dalla quale non può essere escluso chi non ha grandi possibilità economiche; mi auguro infine che la nostra categoria cresca dal punto di vista comunicativo, soprattutto i giovani che frequentano il mondo social, più dibattiti costruttivi, argomentazioni e tesi utili a favore della Caccia e meno mucchi di animali buttati per terra: è la qualità che fa il cacciatore, non la quantità. Considerazioni utopiche? Probabilmente sì, ma l’augurio di un felice ed un sereno 2026 da parte mia è sincero. Buon anno a tutti voi ed alle vostre famiglie“.



































