Gli ettari gestiti
L’equiparazione delle aziende faunistico venatorie alle imprese è una svolta importante per assicurare un salto di qualità nella gestione del territorio, a partire dalle aree interne, creando opportunità economiche e tutelando in maniera più efficace l’ambiente. Una misura tanto più importante se si considera che queste realtà gestiscono oltre un milione di ettari in tutta Italia. Ad affermarlo è la Coldiretti in occasione dell’approvazione di un emendamento alla Finanziaria che autorizza e regolamenta l’istituzione di aziende faunistico-venatorie, organizzate in forma di impresa individuale o collettiva.
Valorizzazione del ruolo
Il via libera nella Legge di Bilancio segna la fine di un lungo periodo di incertezza giuridica, superando il vincolo della gestione senza fini di lucro che per decenni ha limitato la capacità operativa dei concessionari, aprendo la strada a una forma avanzata di multifunzionalità agricola, a partire dalla valorizzazione del ruolo turistico delle aziende faunistico venatorie, sulla scorta di quel che è stato fatto negli anni passati con l’enoturismo, o dalla creazione di una nuova filiera agroalimentare della carne di selvaggina, capace di creare valore economico soprattutto nelle aree svantaggiate. L’equiparazione risolve anche le gravi problematiche fiscali legate ai contenziosi con l’Agenzia delle Entrate, poiché le entrate derivanti dalla concessione dell’attività venatoria e dai servizi connessi vengono ora inquadrate correttamente come redditi d’impresa agricola in quanto esercitate in via complementare dall’imprenditore agricolo. In questo modo, il concessionario non è più un semplice gestore di un istituto, ma un imprenditore rurale che può reinvestire i proventi in modo trasparente per soddisfare gli obblighi di miglioramento ambientale previsti dalle concessioni regionali.
Organizzazione della filiera
“L’approvazione dell’emendamento è il frutto di un lavoro di concertazione con le istituzioni e di organizzazione della filiera avviato tre anni fa con la creazione dell’Associazione Ab – Agrivenatoria Biodiversitalia – sottolinea il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini -. Oggi si pongono le basi perché le aziende faunistico venatorie diventino veri e propri centri di produzione di servizi ambientali attraverso un modello gestionale finalmente chiaro e sostenibile che può risultare un volano di sviluppo economico fondamentale per le aree interne, dove l’allevamento della fauna, la vendita della selvaggina e l’accoglienza rurale diventano componenti di un unico ciclo produttivo”.





































