Lo studio scientifico
È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Journal of Applied Ecology uno studio che approfondisce gli impatti della caccia sulla fauna selvatica. La ricerca, a cui l’Università di Siena ha partecipato con il dottor Niccolò Fattorini del Dipartimento di Scienze della Vita e del National Biodiversity Future Center (NBFC), è stata condotta da un team europeo di 21 ricercatori guidati da Tomasz Podgórski della Czech University of Life Sciences Prague.
Popolazioni europee
Gli scienziati hanno analizzato in modo sistematico come diverse strategie venatorie influenzano le relazioni sociali nel cinghiale, una delle specie di ungulati più diffuse al mondo. Lo studio ha utilizzato un grande set di dati composto da oltre 1,3 milioni di localizzazioni GPS, raccolte da 248 cinghiali monitorati in 21 popolazioni distribuite in tutta Europa. “Ci siamo chiesti come le differenti modalità di caccia influenzassero la struttura delle relazioni sociali in questo ungulato” spiega Fattorini. “Il cinghiale è una specie altamente sociale, con gruppi familiari stabili: l’alterazione di queste relazioni attraverso la caccia può avere conseguenze ecologiche importanti”.
Battute di caccia
I risultati della ricerca mostrano una differenza netta tra due tipologie di caccia. La caccia collettiva, come la caccia in battuta, riduce significativamente i contatti sociali all’interno dei gruppi familiari. Dopo una battuta di caccia, i cinghiali passano meno tempo insieme e si allontanano gli uni dagli altri, indicando una perdita temporanea di coesione sociale. La frammentazione dei gruppi è legata alla natura altamente disturbante delle battute di caccia, in cui numerosi cacciatori e cani muovono i cinghiali per lunghi tratti di terreno, provocando una temporanea disgregazione dei loro gruppi familiari. Al contrario, la caccia in solitaria non mostra effetti comparabili: i cinghiali mostrano una frequenza di contatti sociali analoga ai contesti in cui la caccia è assente.
La minaccia della peste suina
“Valutare le dinamiche delle relazioni sociali negli ungulati selvatici è particolarmente importante, poiché queste influenzano la trasmissione di informazioni, la sopravvivenza dei piccoli, la ricerca del cibo e la diffusione delle malattie” prosegue Fattorini. “Nel contesto attuale, in cui la peste suina africana rappresenta una minaccia per la fauna selvatica e gli allevamenti, la ricerca migliora la comprensione di come le attività antropiche influenzino i contatti nel cinghiale, offrendo informazioni utili per la gestione di questa specie”. Infine, lo studio indica come la condivisione dello spazio tra i cinghiali all’interno dei gruppi familiari, un parametro misurabile attraverso dispositivi GPS, preveda in modo eccellente la frequenza di contatti tra gli individui di questa specie. Tale validazione suggerisce l’importanza di monitorare questo parametro in contesti di rilevanza gestionale ed epidemiologica.






































