Fanatismo ideologico
Solo gli ingenui, gli sprovveduti e quelli in malafede possono davvero indignarsi e allarmarsi per questa che è una vera e propria campagna di disinformazione bellica. Allo stato dell’arte, tutto ciò che si legge e che si ascolta è solo propaganda, una propaganda smaccata e marcia che sconfina nel terrorismo mediatico. Se solo si analizza la questione relativa alla annosa questione della modifica e dell’aggiornamento della legge 157/92 con un briciolo di onestà intellettuale e senza i paraocchi del fanatismo ideologico (e figlio di una certa politica), non si può non accorgersi che la mareggiata di veline sollevata dalla potentissima lobby animalista è gonfia solamente di menzogne spudorate e di luoghi comuni banali e ridicoli: insomma soltanto aria fritta!
Un trentennio di potere politico-ambientalistico
Ma andiamo per ordine, nella speranza che i cittadini che hanno voglia di verità aprano bene occhi e orecchi per non farsi infinocchiare come è accaduto in un trentennio di potere politico-ambientalistico e di assoluta mancanza di una vera e scientifica gestione faunistica. Innanzitutto, e questo è il punto fondamentale, non è mai stato presentato alcun disegno di legge per modificare (figuriamoci poi per stravolgere) la “vecchia” legge 157. Quella che circola è solo una bozza inviata ai vari ministeri per essere, esaminata, approfondita nei vari aspetti e opportunamente emendata. Pertanto, l’attuale strepito politico e le massicce campagne di stampa sono solamente una specie di processo alle intenzioni basato su illazioni strumentali e mistificatorie.
Legge-compromesso
Noi della Libera Caccia lo sappiamo bene perché non è certo da ora che chiediamo di modificare una “legge-compromesso” che faceva acqua da tutte le parti e che di veramente buono aveva proprio quell’art. 1: “La fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale” che oggi una frangia politica molto sensibile alle pressioni di alcune organizzazioni agricole, vorrebbe cancellare mascherandosi dietro la vergognosa richiesta di abolire l’art. 842 del codice civile che non è, come si vorrebbe far credere, un privilegio di origine fascista ma una invidiabile conquista sociale perché sancisce che “Il proprietario di un fondo non può impedire che vi si entri per l’esercizio della caccia, a meno che il fondo sia chiuso [841], nei modi stabiliti dalla legge”.
Una mobilitazione in grande stile
Ora che, contro la pericolosa alleanza “anticaccia-proprietari terrieri”, un ministro pragmatico come l’on. Lollobrigida, stimolato e confortato dalle nostre continue e legittime sollecitazioni di natura tecnico-scientifica, ha finalmente avuto il coraggio di affrontare un problema così scomodo come la gestione faunistica, si sono mobilitate le truppe cammellate dell’animalismo potente e modaiolo. Una mobilitazione in grande stile, supportata dall’informazione fiancheggiatrice che ha rispolverato i triti e ritriti luoghi comuni tanto in voga nell’era dei falliti referendum e inventando di sana pianta nuovi spauracchi e scenari da far west che sono del tutto fantasiosi e ingannevoli.
Disgustosa messa in scena
Quella che stiamo affrontando non è la solita scaramuccia scatenata da qualche ambientalista alla disperata ricerca di una poltrona parlamentare. No, si tratta di una vera e propria guerra che richiede e richiederà la massima attenzione e lo sforzo compatto e costruttivo di tutto l’associazionismo venatorio. Da parte nostra, dopo aver spiegato che tutta questa disgustosa messa in scena è solo una montatura basata sul si dice, e che forse serve solo a portare acqua al mulino di chi vorrebbe davvero stravolgere la legge 157, proprio a partire dal prezioso e intoccabile articolo 1, proseguiremo con cadenza periodica a smontare, mattone dopo mattone, il castello di menzogne che è stato costruito al solo scopo di suscitare un infondato e sciagurato allarmismo sociale (IL PRESIDENTE di ANLC Paolo Sparvoli)