Situazione complessa
Lupi e fauna selvatica nel 2025 hanno causato danni per circa 300mila euro nei campi coltivati dalle Cooperative Agricole Braccianti della provincia di Ravenna. L’ultimo episodio nei giorni scorsi ad Agrisfera, dove tre lupi hanno squarciato i teloni a protezione del mais destinato alla stalla da latte biologico e al biodigestore. Tra le situazioni più rilevanti emerge quella della Cab Comprensorio Cervese, dove nel solo 2025 sono stati stimati e in parte contabilizzati oltre 100.000 euro di danni alle colture e alle strutture aziendali. Ma la situazione è complessa anche in tutte le altre cab: Bagnacavallo e Faenza, Fusignano, Campiano, Terra e Massari. Il conto dettagliato dei danni riporta al centro dell’attenzione una criticità ormai strutturale per l’agricoltura e le aziende agricole, in particolar modo quelle di maggiore estensione.
Un sistema che penalizza
«Le cooperative agricole braccianti svolgono un ruolo fondamentale di presidio per il territorio– spiegano il presidente di Legacoop Romagna, Paolo Lucchi, e il presidente di Promosagri, Stefano Patrizi – , ma le regole attuali del sistema dei risarcimenti penalizzano le aziende che hanno estensioni maggiori e questo non è accettabile. Le misure di prevenzione che vengono richieste richiederebbero, ad esempio, di recintare superfici immense, con investimenti milionari, assolutamente impraticabili. Ma anche i ristori che vengono riconosciuti non riflettono assolutamente l’entità reale dei danni. Chiediamo azioni immediate allo Stato e alla Regione Emilia-Romagna su questo tema. Occorrono criteri di ristoro tecnicamente adeguati alla dimensione delle aziende, piani di selezione delle specie più incisive, misure di prevenzione finanziate a monte, indennizzi commisurati ai danni reali e il coinvolgimento tecnico permanente con le associazioni della cooperazione agricola e degli agricoltori».«Il lupo è la nuova specie dannosa per gli agricoltori, anche della nostra zona: l’anno precedente – spiega Rudy Maiani, presidente di Agrisfera – un attacco simile a quello appena registrato aveva provocato oltre 20.000 euro di danni. Quest’anno il danno è per ora di minor entità, ma la frequenza degli episodi sta aumentando e la nostra preoccupazione principale riguarda la stalla dei vitellini: se i lupi dovessero entrare lì, la situazione diventerebbe molto seria».
Pressione continua
«Alla Cab Comprensorio Cervese nel solo 2025 sono stati stimati e in parte contabilizzati oltre 100.000 euro di danni alle colture e alle strutture aziendali. Siamo sottoposti a una pressione continua – riferisce Paolo Rosetti, direttore della CAB Cervese – I colombacci mangiano il girasole in fase di emergenza delle plantule o di maturazione, le taccole colpiscono la colza, i daini devastano il vivaio di piante di fragole, trifoglio, grano e rompono i teli dei vivai bietole. A questo si sommano i gabbiani, che schiacciano le colture irrigue e perforano gli impianti di irrigazione, quindi le nutrie che, sebbene abbiano subito un notevole calo negli ultimi anni, continuano a mettere a rischio la stabilità di carraie e ponti interpoderali nonché la funzionalità della rete di scolo. Difendere migliaia di ettari con mezzi tradizionali è impossibile: come Cab abbiamo già speso circa 25.000 euro in misure attive per la dissuasione, dai cannoni detonanti a gas per colombaccio e piccione, ai recinti elettrificati per daini fino ai dissuasori laser per gabbiani, subendo svariate migliaia di euro in interventi solo di manodopera per il ripristino dei danni. Le colture a vivaio devono rispettare rigidi protocolli fitosanitari che il proliferare incontrollato della fauna selvatica compromette, causando gravi danni economici».
Gli esemplari da attenzionare
«Sulla piantagione di bambù gigante di 5,3 ettari della CAB di Fusignano – afferma il direttore tecnico, Franco Balducci – abbiamo riscontrato la presenza di alcuni esemplari di lupo comune. Facendo un’ispezione tra la vegetazione nel corso dei mesi estivi, abbiamo notato la rottura di diversi germogli e la presenza di alcune buche, per un danno attorno ai 500 euro per ettaro. Negli impianti di pere e pesche le perdite dovute a corvidi, in particolare da ghiandaie, gazze ladre e cornacchie si attorno tra i 18 e i 20.000 euro. Nel periodo antecedente la raccolta dell’uva, su tutta la superficie a produzione di 32 ettari, la presenza di stormi di uccelli ha provocato danneggiamenti per circa 10.000 euro. Sulla bietola da seme e sui cereali superiamo gli 8.000 euro a causa delle nutrie, mentre il danneggiamento di circa 50 piante di pesco in fase di allevamento da parte della lepre comune, che ne rosicchia la corteccia, si traduce a livello economico in un costo di circa 5.000 euro». «Nel territorio della Cab di Bagnacavallo e Faenza, la presenza di lupi, volpi nutrie e diverse specie di volatili (piccioni, colombacci, tortore, ghiandaie, gazze ecc.) è costante – spiega il direttore Marco Lanzoni –. Ogni anno ci troviamo a ripristinare superfici danneggiate, con costi di manodopera e materiali sempre più elevati. Ma con le attuali regole per l’accesso ai ristori è praticamente impossibile quantificare i danni e dimostrare di aver adottato protezioni su centinaia di ettari. Alla fine si è scoraggiati nella richiesta di indennizzi, anche dalle prassi dei sopralluoghi degli enti pubblici deputati in assenza di confronto con l’azienda».
Lavorazioni compromesse
«La pressione è evidente anche qui alla Cab di Campiano – commenta il direttore Claudio Mazzotti –. Lupi, cinghiali e daini scavano, calpestano e compromettono le lavorazioni. C’è anche un tema di sicurezza: può capitare che un operatore agricolo si trovi davanti un cinghiale o un lupo durante le attività in campo. È un rischio reale che non possiamo ignorare». «Alla Cab Massari la situazione non è diversa – spiega il direttore tecnico Fabio Zannoni: siamo stoni di un anno di piante da frutto subiscono danni da parte delle lepri, che rosicchiano la corteccia e rallentano lo sviluppo, costringendoci a investire in protezioni alternative. I colombacci mangiano la semente dei cereali appena messa a dimora, i piccioni attaccano le giovani plantule di girasole, mentre le nutrie danneggiano i cavoli da seme appena trapiantati. Un problema crescente è rappresentato dalle oche selvatiche: branchi da 100 a 150 individui che mangiano cereali, bietole da seme e altre colture. L’ammontare complessivo dei danni per la nostra cooperativa si colloca tra i 20.000 e i 30.000 euro». «Il bilancio per Cab Terra è pesante – dichiara il presidente Fabrizio Galavotti –. Nel 2025 abbiamo registrato un totale di 53.000 euro di danni. Solo i colombacci hanno causato 40.000 euro di mancato ricavo tra girasole bio, girasole da seme e soia da seme. A questo si aggiungono i 5.000 euro di danno sulle bietole da seme dovuti a nutrie, danni ai fossi di scolo non quantificabili, 2.000 euro provocati dai cinghiali, i 3.000 euro riconducibili al lupo e altri 3.000 euro dovuti ai piccioni nell’area di Camerlona. Senza contare le ore di manodopera aggiuntiva per pulizie e ripristini. È un quadro che parla da solo» (fonte: Promosagri – Cooperative Agricole Braccianti).




































