Oggi ho accompagnato l’amico Alan Risolo a ritirare un coltello che si è fatto realizzare da Daniele Tonelli, un artigiano delle “lame” che, con impegno e passione, coltiva l’arte della coltelleria italiana. Ho approfittato dell’occasione perché da tempo volevo approfondire gli aspetti di questo affascinante mondo. I coltelli commerciali danno una risposta veloce e, certamente, adeguata alla richiesta di uno strumento da lavoro, però un coltello artigianale dà delle garanzie maggiori, in termini di qualità del lavoro e scelta dei materiali, oltre naturalmente ad avere un fascino esclusivo. Alan, per il suo lavoro di veterinario e selecontrollore professionista, ha chiesto a Daniele di realizzare un coltello con la lama disegnata su un modello skinner, da utilizzare per lo più per la scuoiatura e sezionamento delle carcasse, con un acciaio resistente agli stress e che mantenesse il filo durante le attività di preparazione dei capi abbattuti, oltre che con un’impugnatura ergonomica per una salda aderenza alla mano durante il lavoro.
Giunti a destinazione, l’ingresso dell’officina è un portale verso un mondo completamente diverso. Appena varcata la soglia, si viene accolti da un calore avvolgente, generato non solo dal fuoco della forgia, ma anche dalla passione che anima il cuore di Daniele per il suo mestiere. Le pareti sono rivestite da utensili antichi e vecchie pietre per l’affilatura, ognuno con una storia da raccontare. I banconi sono disseminati di strumenti specializzati: martelli, pinze, lime, carte abrasive e strumenti di misurazione.
Ogni attrezzo ha il suo scopo e la sua importanza nel processo di creazione. Sulle pareti, scaffali ospitano tantissimi materiali: legno naturale e materiali sintetici per le impugnature, acciaio per le lame e cuoio per i foderi. Ma non manca la tecnologia: inserito in un contesto antico, fa la sua comparsa un moderno computer che viene usato per la creazione dei modelli grafici che poi saranno plasmati dalle sapienti mani dell’artigiano.
Chiediamo a Daniele come nasce questa passione e, con sorpresa, ci dice che ha cominciato da autodidatta, scoprendo un’abilità e dedizione nel dare forma ai metalli. Ha perfezionato e condiviso questo percorso di coltellinaio con Nico Cremona, che sarebbe poi diventato oltre che il maestro d’arte, anche un caro amico con cui ancora oggi realizza tanti progetti creativi.
D: Sono ormai molti anni che realizzi coltelli, e in base all’esperienza maturata, quali sono per te le caratteristiche che deve avere un coltello per essere definito “perfetto”?
R: “Il mio obiettivo è quello di trovare i migliori abbinamenti finalizzati allo scopo: un coltello da caccia deve avere caratteristiche diverse da uno da cucina o da un chiudibile, e anche all’interno di ogni categoria esistono svariate finalità di utilizzo. Il coltello perfetto deve essere certamente funzionale, ma anche accattivante nell’estetica e avere una lama di qualità ed un ottimo grip. Per questo i coltelli artigianali offrono una qualità e completezza uniche, frutto della ricerca continua, dello scambio di informazioni e della sperimentazione diretta.”
D: Ma come nasce uno strumento che abbia tali caratteristiche?
R: “Lavoro partendo dal design digitale in 2D e 3D, scelgo il tipo di acciaio, ognuno con proprietà specifiche, e ne vario la durezza (HRC) in base all’utilizzo, con un trattamento termico dedicato. Stabilito l’acciaio, seleziono lo spessore e studio le geometrie e l’angolo del bisello, cercando il giusto equilibrio tra tenuta del filo e resistenza della lama. Infine, passo al manico, che può essere in legno stabilizzato, corno o materiale sintetico, modellato per offrire presa e comfort. Ogni materiale ha i suoi pro e contro: il sintetico ha più grip e resistenza, il legno ha bellezza e unicità.”
D: Ci sono molti acciai, quindi, che utilizzi, ma cosa ci racconti sulla lavorazione della lama?
R: “Lavoro con successo l’acciaio damasco: una tecnica di forgiatura e saldatura di diversi acciai che genera un pattern visibile dopo l’acidatura. Il risultato è un materiale composito con leghe alternate. Oggi uso anche il Damasteel, un acciaio damascato inossidabile ad altissime prestazioni.”
D: Quanto tempo occorre per fare un coltello perfetto?
R: “Ogni passaggio richiede ore di lavorazione e massima concentrazione. Alcuni errori sono irrimediabili. I coltelli artigianali possono avere piccoli difetti, ma proprio questi li rendono unici e speciali. Per me è una soddisfazione immensa trasformare materiali grezzi in un oggetto bello, funzionale e durevole. Ma la gratificazione più grande è sapere che, anche dopo anni, il mio coltello viene ancora usato con soddisfazione.”
Durante la chiacchierata ho “sequestrato” il coltello di Alan e mi sono accorto che, mentre Daniele rispondeva, avevo un riscontro diretto su quanto diceva e percepivo la passione che aveva messo nella sua creazione. Uscire dal laboratorio è stato come tornare alla realtà. Perché Daniele non è solo un coltellinaio: è un custode di un’arte antica, un ambasciatore di tradizioni che rischiano di essere dimenticate. E attraverso il suo lavoro, così come quello di tanti artigiani italiani, si tiene vivo il fuoco della creatività e dell’abilità manuale, con la speranza che le nuove generazioni raccolgano questa eredità culturale.
Instagram: @danieletonelliknives
Alan Maximilian Risolo è un veterinario e selecontrollore, impegnato da tempo nella gestione della fauna selvatica e nella formazione degli operatori del settore.