I motivi dell’interrogazione
Giacomo Rossi, consigliere Regionale delle Marche e vicepresidente dell’Assemblea Legislativa presenta un’interrogazione sugli interventi da adottare nei confronti della proliferazione dei cormorani. “Ho appena presentato in Consiglio regionale – annuncia – un’interrogazione sul controllo della specie del cormorano, perché la proliferazione di questo uccello acquatico sta causando danni in tutta la Regione e su più settori”. L’esponente dei Civici Marche spiega i motivi dell’interrogazione: “Dobbiamo considerare che ogni cormorano ingerisce mediamente 450 grammi di pesce al giorno, arrivando, in alcuni casi, a fagocitarne fino a mezzo chilo.
Equilibrio a rischio
Facendo un rapido calcolo, ogni esemplare elimina, nel corso della propria vita, circa 32 tonnellate di fauna ittica, costituendo una vera e propria minaccia per l’equilibrio dell’ittio-fauna, costiera e non. Il sovrannumero di cormorani sta infatti già contribuendo ad una mattanza di pesci e quindi al tracollo di svariate specie ittiche autoctone, mettendo in pericolo anche piani di protezione e tutela della fauna ittica avviati dalla Regione, come il Piano regionale di reintroduzione della trota mediterranea nei nostri corsi d’acqua dolce”.
Danni economici da non sottovalutare
“Negli ultimi anni – ricorda Rossi – si è registrato inoltre uno stanziamento diffuso ed indiscriminato degli esemplari di cormorano lungo tutto il territorio regionale, partendo dalla costa, arrivando fino ai corsi d’acqua che percorrono il nostro entroterra. Questa situazione incontrollata su larga scala sta arrecando danni economici alla pesca sportiva, ai pescatori e all’ittiocoltura e, conseguentemente, anche al comparto commerciale e turistico”. “Ho raccolto le preoccupazioni manifestate da associazioni di categoria come la F.i.p.s.a.s e dalle diverse attività economiche legate alla pesca e al turismo, – conclude il vice presidente dell’Assemblea legislativa – che fanno presente la problematica da anni, e ho deciso di porla in Consiglio per capire come si intende farvi fronte e sollecitare un intervento. Alcune Regioni che soffrono lo stesso problema infatti si sono mosse in tal senso con piani di contenimento e abbattimento, autorizzati da Ispra (Mite) attraverso appositi censimenti e studi” (fonte: ANSA).


































