I voti nel dettaglio
Con 5 voti favorevoli, un astenuto (consigliera Michela Calzà) e un voto contrario (consigliera Lucia Coppola) la Terza Commissione ha dato parere positivo alla proposta di deliberazione della Giunta avente ad oggetto l’approvazione di modificazioni del decreto del Presidente della Giunta provinciale 17 novembre 1992, n. 16-69/Leg. – Regolamento di esecuzione della legge provinciale 9 dicembre 1991, n. 24 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia), ai sensi dell’articolo 57 della legge provinciale sulla caccia 1991.
Cosa prevede la proposta
In particolare, la proposta di modifica prevede: l’obbligo di autorizzazione per gli animali detenuti se superano un determinato numero; la finalità della detenzione; la ridetermina delle specie di rapaci idonei alla falconeria; la facoltà di far riprodurre gli esemplari aumentando a 20 il numero massimo di esemplari detenibili. E’ dunque autorizzato l’allevamento di rapaci da falconeria delle seguenti specie: aquila reale (Aquila chrysaetos), gheppio (Falco tinnunculus), gufo reale (Bubo bubo), gufo comune (Asio otus), falco pellegrino (Falco peregrinus), lanario (Falco biarmicus), falco lodolaio (Falco subbuteo), nibbio bruno (Milvus migrans) smeriglio (Falco colombarius), sparviere (Accipiter nisus), ed astore (Accipiter gentilis), nel rispetto delle convenzioni internazionali, delle direttive e dei regolamenti dell’Unione europea. In merito alla detenzione dei rapaci per la falconeria, sono state riviste le specie detenibili per ovviare a un problema più volte emerso, ovvero l’acquisto di animali fuori provincia con corretta certificazione, che però poi risultavano non regolari in Trentino. “Una detenzione non sanabile – hanno specificato i tecnici della PAT – che ad oggi comporta l’ordine di cederli a persone fuori dalla provincia di Trento”.
“Un riordino della normativa”
Ad intervenire l’assessore della PAT con delega alla caccia e alla pesca, Roberto Failoni: “Si tratta del riordino di una normativa che ha oltre 30 anni, abbiamo guardato alla semplificazione amministrativa e a una razionalizzazione degli atti attuativi che negli anni hanno reso la materia di non immediata comprensione”. I tecnici della PAT hanno quindi spiegato che le modifiche andranno ad intervenire sulla fauna selvatica autoctona mentre, per la fauna selvatica non autoctona e gli animali di affezione, si continuerà a fare riferimento alle rispettive normative per non duplicare le disposizioni vigenti. Osservando che permangono questioni poco chiare sulla gestione degli animali e sulla falconeria, la consigliera Michela Calzà (Pd) ha deciso di astenersi; mentre la consigliera Lucia Coppola (AVS) ha fatto presente il suo voto contrario: “Pur comprendo la necessità di regolamentare la gestione di questi animali, mi è impossibile votare una normativa che considera gli animali ornamentali. Per loro resta un regime di prigionia”.