Rapporti tesi
La sua erba sarebbe sempre più verde, mentre il “colore” delle querele del vicino è indecifrabile. Fatto sta che, tonalità a parte, proprio una querela è risultata indigesta a un uomo che si è visto privare del porto di fucile per tiro a volo e delle relative armi a causa di un rapporto non proprio idilliaco con il dirimpettaio. La vicenda è stata svelata da una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio.
Il dettaglio dell’ubicazione delle armi
Il protagonista della storia, infatti, ha querelato il suo vicino di casa per comportamenti molesti, ricevendo in tempi brevi una contro-querela per calunnia. In seguito a questo botta e risposta c’è stato il ritiro del porto d’armi da parte autorità locale di pubblica sicurezza e questo nonostante le armi non si trovassero nell’appartamento della discordia. Il ricorso è stato inevitabile, ma il TAR non ha voluto sentire ragioni. Per quale motivo?
I timori dei giudici
Questo il punto di vista dei giudici amministrativi: “Il provvedimento è stato adottato in ragione del timore espresso dall’Autorità di pubblica sicurezza preposta che i rapporti gravemente conflittuali con i vicini, sfociati in reciproche denunzie, potessero far sorgere nell’uomo il proposito di risolvere la controversia con l’utilizzo delle armi da lui legittimamente detenute. Il Collegio reputa che tale valutazione non sia irragionevole, e che sia da ritenere senz’altro sufficiente a giustificare e mantenere la revoca del titolo di polizia per cui è causa“.