Una prima e importante occasione di confronto
Si è svolto giovedì 27 novembre a Roma nella sala “Giacomo Puccini” della sede nazionale dell’Associazione il convegno organizzato e promosso dalla Federazione Italiana della Caccia, dedicato all’agrivoltaico e ai suoi effetti sul paesaggio rurale, sull’attività agricola, sulla biodiversità e sulla fruibilità venatoria. Un’iniziativa che Federcaccia ha fortemente voluto e che, come ha ricordato il Presidente nazionale Massimo Buconi aprendo i lavori, rappresenta “una prima e importante occasione di confronto su un tema che riguarda tutti. Bene la spinta verso il green e il biologico, ma serve attenzione alle contraddizioni generate dal consumo di suolo agricolo e dai rischi per la biodiversità”. Da qui il sincero apprezzamento per le Istituzioni presenti, sottolineando l’approccio aperto e plurale che ha caratterizzato la giornata. La relazione centrale è stata affidata a Michele Bottazzo dell’Ufficio Studi e Ricerche di Federcaccia, che ha delineato un quadro tecnico-scientifico preciso sugli impatti e le principali criticità legate alla diffusione degli impianti agrivoltaici. Bottazzo ha inoltre evidenziato come “le specie steppiche siano tra le più colpite dall’alterazione degli habitat indotta dalle superfici fotovoltaiche” e ha ricordato che “gli impianti, per limitare l’impatto ambientale, potrebbero e dovrebbero essere prioritariamente collocati in aree urbane, industriali o degradate, evitando le zone prative e pascolative naturali, per preservare habitat e biodiversità”.
Le riflessioni fatte
Il tema della tutela del paesaggio agricolo è stato invece approfondito da Stefano Masini, responsabile dell’Area Ambiente e Territorio di Coldiretti, che ha apprezzato la scelta della Federazione di affrontare la questione in modo trasversale. “Complimenti a Federcaccia per aver impostato una riflessione non solo tecnica, ma anche agricola, ambientale ed economica – ha dichiarato Masini – La qualità del nostro ambiente è la stessa da cui le produzioni italiane traggono forza, e non può essere compromessa”. Su un piano più critico si è posto l’intervento di Maurizio Conticelli dell’Associazione Amici della Terra, che ha richiamato esperienze passate ricordando che “L’espansione incontrollata delle rinnovabili ha già prodotto danni ambientali e paesaggistici. Non possiamo ripetere gli stessi errori”. A offrire un quadro oggettivo del consumo di suolo è stato Michele Munafò, responsabile dell’Area Monitoraggio e analisi integrata del suolo di ISPRA, ricordando che questo fenomeno non dipende esclusivamente dall’agrivoltaico, ma che tale tecnologia contribuisce a una tendenza già in accelerazione. “Nel nostro ultimo report emerge un aumento significativo del consumo di suolo netto – ha spiegato –. Le superfici non agricole che avrebbero il potenziale per ospitare nuovi impianti fotovoltaici, nel nostro Paese, ci sono e rappresentano un potenziale da tenere in considerazione”.
Richiamo ai territori
Un richiamo ai territori e alle produzioni identitarie è arrivato da Angelo Radica, Presidente delle Città del Vino e Sindaco di Tollo, in provincia di Chieti. “I territori che vivono di viticoltura – e più in generale di agricoltura di qualità – devono essere ascoltati nelle valutazioni. – ha dichiarato nel suo intervento – Coinvolgere i Comuni aiuterebbe sotto molteplici aspetti, aiutando anche a comprendere meglio le sensibilità dei territori”. Il quadro normativo è stato affrontato da Stefania Crotta, Direttore generale della Direzione generale programmi e incentivi finanziari (PIF) del MASE, affiancata da Laura Bastoni, che ha posto l’accento sul tema della pianificazione: “Il passaggio tra aree idonee e non idonee richiede programmazione. Con l’ultimo decreto le aree agricole sono state fortemente tutelate, ma serve lavorare insieme alle Regioni per pianificare correttamente le prossime fasi normative, autorizzative e applicative delle nuove richieste”. L’On. Raffaele Nevi (FI), Segretario in Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati, ha invece ricordato la necessità di coniugare obiettivi europei e realtà territoriali. “Dobbiamo raggiungere gli obiettivi concordati con l’Unione Europea, ma valutando con attenzione le ricadute pratiche a livello ambientale ed agricolo – ha dichiarato – Federcaccia, con questa iniziativa, dimostra ancora una volta grande capacità di approfondimento e analisi, alla quale dovrà essere dato il giusto seguito”.
Comparto agricolo
L’On. Stefano Vaccari (PD), componente anche lui della XIII Commissione, ha invece sollevato il tema del coordinamento istituzionale. “Non comprendiamo perché l’ultima stesura del decreto non sia stata discussa in Conferenza Stato-Regioni – ha dichiarato lamentando il mancato coinvolgimento delle forze politiche di opposizione nella fase di confronto preliminare. “Senza chiarezza rischiamo interpretazioni divergenti che complicano l’applicazione della legge. Vanno certamente tutelati gli obiettivi delle rinnovabili, ma anche quelli del comparto agricolo e faunistico-ambientale del nostro Paese”. Il convegno ha messo in luce un punto condiviso da tutti i partecipanti: la transizione energetica è un obiettivo imprescindibile, ma può dirsi davvero sostenibile solo se costruita nel rispetto del territorio, dei suoi paesaggi e delle comunità che li abitano. Federcaccia rinnova il proprio impegno affinché questo processo non comporti la perdita di suolo agricolo, né l’alterazione della biodiversità, né la compromissione delle attività rurali – agricole e venatorie – che da sempre costituiscono il cuore, la ricchezza e l’identità del nostro ambiente rurale (fonte: Federcaccia).




































