Arci Caccia: il vicepresidente Logi ha dichiarato, “Attivare immediatamente ricorso contro Ministero dell’Ambiente in difesa delle prerogative delle Regioni”.
Il vicepresidente di Arci Caccia, Massimo Logi, ha espresso tutto il proprio dissenso nei confronti dell’intervento impositivo del Governo sui Calendari Venatori regionali e propone di “Attivare immediatamente ricorso contro Ministero dell’Ambiente in difesa delle prerogative delle regioni”. Il potere sostitutivo esercitato dal Ministro Galletti è un atto grave e senza precedenti. L’interpretazione prevalente che si è fatta strada dal giorno in cui è stato varato il provvedimento di riduzione dei Calendari Venatori di alcune Regioni nei confronti delle specie Beccaccia, Tordo bottaccio e Cesena da parte del Ministero dell’Ambiente, è, a mio parere, riduttiva e non del tutto corrispondente alla dimensione di ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi: infatti, concentrarsi esclusivamente attorno alle tematiche dei tempi di prelievo di queste specie, all’indagine conoscitiva della Commissione Europea e ai dati scientifici, rischia di limitare la nostra analisi attorno a questioni che, pur importanti, non rappresentano di per se’ il centro della crisi istituzionale e politica che stiamo vivendo.
Non c’è alcun dubbio che il mondo venatorio ha il dovere di difendere con dati ed argomentazioni scientifiche la legittimità di alcune scelte contenute nei Calendari, anche per rispondere con fermezza a quanti, ormai, si sono arresi all’idea che le pulsioni animaliste siano la fonte ispiratrice più autorevole per condizionare le scelte e le azioni della politica e delle Istituzioni. Tuttavia, il pericolo vero sta semmai nel voler determinare una nuova centralità dello Stato sulla materia e con essa una progressiva invasione di campo che è fatalmente destinata a svuotare le prerogative delle Regioni.
Ricorrere con ogni strumento a nostra disposizione contro il provvedimento di surroga; schierarsi da subito e senza tentennamenti a fianco delle Regioni impegnate in queste ore a costruire un fronte comune di resistenza contro un provvedimento sproporzionato ed eccezionale rispetto alla materia del contendere, significa dare non solo una risposta al tema dei calendari, quanto opporsi alla deriva centralista ispirata dall’animalismo e da un certo ambientalismo di comodo, destinata a produrre ben altre “ sorprese” e conseguenze sulle legislazioni regionali.
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