Attualità venatoria
In questi giorni si sta parlando molto di caccia in deroga a fringuelli e storni: alcune Regioni si sono attivate in tal senso con apposite delibere, scelte che però hanno incontrato l’avversità (come era facile intuire) di una sigla animal-ambientalista il WWF.
La posizione del WWF
La stessa associazione ha diffuso infatti questa nota: “Un accanimento senza alcuna giustificazione verso piccoli uccelli indifesi che pesano meno delle cartucce con cui vengono abbattuti – sottolinea il WWF: un fringuello pesa in media solo 20 grammi”. Mai, oltretutto si erano visti dei ricettari di cucina adottati a motivazione di un atto amministrativo. Il 17 febbraio scorso sette associazioni per la protezione della fauna e dell’ambiente (Enpa, Italia Nostra, Lac, Lav, Lipu Lndc, WWF) avevano scritto al presidente della Regione Liguria Marco Bucci, evidenziando “quanto forzate e surreali risultassero le motivazioni che erano state prefigurate per tale deroga”. La stessa Corte di Giustizia Europea nel 2021 ha condannato l’utilizzo delle deroghe censurando le tradizioni come giustificazione per la loro adozione”. Le associazioni hanno chiesto più volte di poter incontrare il governatore Bucci, mentre notizia dell’ultim’ora (14 luglio) è che anche la Lombardia sta seguendo la stessa strada”.
La diffida formale
Il testo prosegue: “Nella riunione della Conferenza Stato-Regioni del 12 giugno 2025 si sono stabilite, su richiesta delle Regioni, le quantità di piccoli uccelli abbattibili in deroga al principio generale di protezione. Le Regioni italiane hanno concordato di far uccidere ai cacciatori più di 800.000 piccoli uccelli appartenenti a specie protette, come appunto il fringuello e lo storno, attraverso una forzatura del sistema delle “deroghe” previste dalla Direttiva Uccelli 2009/147/CE che protegge l’avifauna a livello europeo. Storni e fringuelli, infatti, sono specie protette in tutti i Paesi dall’Unione Europea e possono essere abbattuti solo in via eccezionale, come in caso di documentati danni alle colture. Il WWF, insieme alle altre associazioni nazionali, ha già trasmesso una diffida formale a tutte le Regioni affinché non vadano avanti su questa scelta. Non esistono, infatti, motivazioni oggettive che giustifichino tali deroghe, se non la volontà di mantenere le promesse elettorali a scapito della tutela della biodiversità”.