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Home Notizie di caccia Associazioni Venatorie

Caccia: la risposta unitaria delle AA.VV. alla nota animalista sui Calendari Venatori

Benjo di Benjo
15 Aprile 2015
in Associazioni Venatorie
Tempo di lettura: 9 minuti di lettura
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Federcaccia - FIDC - Associazione VenatoriaCaccia: la risposta unitaria delle Associazioni Venatorie alla nota inviata alle Regioni nei giorni scorsi dalle sigle animaliste per “indirizzare” le scelte nella stesura dei Calendari Venatori.

Inviato a tutti i Presidenti regionali e agli Assessorati competenti un documento condiviso e sottoscritto da Federcaccia, Anuu, Arci Caccia, Enalcaccia, Eps e Anlc che evidenzia e corregge gli errori della nota di Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf indicante le linee che le Regioni dovrebbero seguire per una “corretta” stesura dei calendari venatori della prossima Stagione. Con una nota congiunta, Enpa, Lac, Lav, Lipu e Wwf hanno inviato nei giorni scorsi alle Regioni una serie di considerazioni e proposte relative ai calendari venatori per la prossima stagione 2015/16 e alla procedura EU PILOT 6955/14. Malgrado la fermezza dei toni usati e la dovizia dei particolari, il contenuto della missiva, come fanno notare Federcaccia, ANUUMigratoristi, Arci Caccia, Enalcaccia, Eps e Liberacaccia “è del tutto errato sia per quanto riguarda la procedura EU PILOT, sia in relazione alla stesura dei calendari venatori”. Così, a quello scritto, un palese tentativo di forzare la mano alle Istituzioni in senso fortemente antivenatorio, Federcaccia ha risposto punto per punto in modo esatto, articolato e tecnicamente fondato con un documento condiviso con le altre associazioni venatorie e inviato alle Regioni perché queste abbiano a disposizione una guida corretta e non ideologicamente viziata da posizioni preconcette che nulla hanno a che fare con il rispetto delle norme e delle Direttive, nazionali ed internazionali, e la tutela della fauna.

Di seguito pubblichiamo il testo della lettera inviata dalle Associazioni Venatorie unite ai Presidenti e agli Assessorati competenti:

Oggetto: Procedura EU PILOT 6955/14/ENVI. Osservazioni per la stesura dei calendari venatori regionali 2015/2016.

In data 16 marzo 2015 ENPA – LAC – LAV – LIPU – WWF hanno inviato una nota congiunta nella quale vengono esposte considerazioni e proposte relative ai calendari venatori e alla procedura EU PILOT in oggetto.

Si fa presente che quanto descritto nella lettera delle associazioni sopra citate è del tutto errato sia per quanto riguarda la procedura EU PILOT, sia in relazione alla stesura dei calendari venatori. Come riconosciuto dalla Commissione Ambiente UE la procedura EU PILOT è una semplice richiesta di informazioni allo Stato Membro, che può portare all’archiviazione del caso, dopo chiarimenti e discussioni fra Commissione e Autorità Governative. Distinguendo secondo i punti citati dalle associazioni suddette si fa presente quanto segue.

1. Come viene misurata la sostenibilità venatoria:
– la Commissione ha richiesto che vengano forniti i dati sui prelievi compiuti nelle regioni Italiane ma NON ha mai richiesto che “..la relazione debba avvenire secondo dati scientifici omogenei proposti su riviste dotate di impact factor”. Questa affermazione inserita nella lettera è quindi una completa invenzione delle associazioni sopra esposte, che tentano una sconcertante intimidazione nei riguardi delle Pubbliche Amministrazioni.
– In merito alla segnatura dei capi di avifauna migratoria da effettuarsi subito dopo l’abbattimento, si ritiene che questa regola possa essere inserita nei calendari venatori in preparazione per quanto riguarda la caccia alla migratoria VAGANTE, mentre per le forme di caccia da appostamento fisso e temporaneo sia da stabilire che la segnatura debba avvenire ogniqualvolta si lascia l’appostamento e comunque sul posto di caccia.
– Per quanto riguarda la raccolta di dati sui prelievi compiuti le scriventi associazioni auspicano che la lettura ottica dei tesserini sia messa in atto da tutte le regioni italiane.

2. Quali misure sono prese per garantire la conservazione delle specie selvatiche oggetto di prelievo venatorio e in particolare rispetto alle specie SPEC2 e SPEC3:
– Come già esposto negli anni precedenti la classificazione SPEC, proposta da BirdLifeInternational, non è da sola sufficiente a valutare lo stato di conservazione di una specie, in quanto, come la stessa BirdLife stabilisce, i dati e le conclusioni proposti da questo ente vanno valutati in associazione con altre fonti informative sullo status delle popolazioni. Di conseguenza tutte le proposte di limitazione alla caccia descritte nella lettera poggiano su tale errato presupposto. Inoltre la classificazione SPEC risale al 2004 su dati risalenti in media all’anno 2000, decisamente datati e non più validi. La classificazione SPEC è inoltre in via di abbandono da parte dell’Unione Europea, che fonderà la valutazione dello status delle specie (stato delle popolazioni e non più stato di conservazione) sui report dell’articolo 12 forniti dagli Stati Membri, si veda ad es.: https://bd.eionet.europa.eu/article12/.
– Recenti acquisizioni scientifiche, vedi articoli allegati, dimostrano che le cause del declino di alcune specie di uccelli migratori non sono dovute all’attività venatoria ma piuttosto alla perdita di suolo e alla conseguente trasformazione e perdita di habitat. Le specie oggetto di caccia, gli uccelli acquatici in particolare, sono spesso tra quelle che hanno una demografia favorevole in Europa. Il mantenimento degli habitat messo in atto dai cacciatori, e l’interesse di questi alla conservazione di questi ambienti, si traduce quindi in un incremento delle popolazioni di queste specie. Da questa acquisizione si comprende che la caccia costituisce uno strumento di miglioramento dello status di una popolazione e non un problema. Ne consegue che il presupposto semplicistico proposto caccia = riduzione delle popolazioni è contraddetto dalle evidenze scientifiche. Ne consegue quindi che l’asserzione “…essa (l’attività venatoria) è dunque tale da deteriorare ulteriormente lo status e quindi, ai sensi della normativa statale e comunitaria non può essere autorizzata…” presente nella lettera delle associazioni LIPU etc. non corrisponde al vero ed è un ulteriore tentativo intimidatorio nei riguardi delle Pubbliche Amministrazioni. Come descritto in seguito sono numerose le sentenze e ordinanze della Giustizia Amministrativa Italiana che hanno rigettato i ricorsi proposti avverso i calendari venatori regionali, tra le cui argomentazioni vi erano proprio le specie SPEC ( es. :TAR Liguria, Sez. II, 28.7.2014 n. 1206; TAR Liguria, Sez. II, 16.5.2014 n. 772; CDS su Cv Liguria 27.11.2013 n. 4683; TAR Lazio, Sez. I ter, 17.2.2014 n. 1845; TAR Toscana, Sez. II, ord. 17.10.2013 n. 523; TAR Calabria, Sez. II, 25.7.2013 n. 835; TAR Veneto sez I, ord n..700 del 30/11/2012, TAR Veneto sez I, ord n.478 del 20.09.2013).
– Come già comunicato dalle scriventi Associazioni, l’Unione Europea ha redatto diversi Piani di Gestione che per le specie cacciabili in Italia sono oggi 5, dopo l’esclusione della Beccaccia dall’elenco delle specie bisognose dello strumento Piano di Gestione. Questi piani riguardano oggi Allodola, Tortora, Quaglia, Codone, e Pavoncella. Nessuno dei Piani di Gestione propone il divieto di caccia a queste specie. L’Unione Europea richiede che siano messe in atto negli Stati Membri le AZIONI per riportare le specie in uno stato favorevole, e che il prelievo venatorio sia attuato nel rispetto della direttiva 147/2009/CE.
– Lo Stato e le Regioni Italiane hanno già da molti anni messo in atto le AZIONI proposte nei Piani, attraverso l’istituzione di aree protette di vario tipo (oasi, zone di protezione, riserve naturali, parchi regionali, parchi nazionali) che costituiscono, insieme ai siti Natura2000, una rete di aree che consentono agli uccelli migratori di usufruire di migliaia di ettari per sosta, alimentazione e nidificazione. In molti casi le Regioni e le Province hanno consentito attraverso gli ATC, le Aziende Faunistico Venatorie e gli appostamenti fissi di caccia, la messa in atto di interventi favorevoli sugli habitat che oggi consentono all’Italia di presentare una situazione favorevole per molte specie di uccelli selvatici in particolare cacciabili, ad esempio vedi nuovo report sui censimenti invernali degli uccelli acquatici: https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/risultati-dei-censimenti-degli-uccelliacquatici-svernanti-in-italia e in Unione Europea : https://www.wetlands.org/WatchRead/Currentpublications/tabid/56/mod/1570/articleType/ArticleView/articleId/3711/Default.aspx oppure per le specie terrestri: https://mito2000.it/specie-target/, oppure ancora si veda il report Articolo 12 presentato dall’Italia : https://bd.eionet.europa.eu/article12/report?period=1&country=IT.
– Da quanto esposto consegue che se per alcune specie è auspicabile e indispensabile la predisposizione di Piani di Gestione Nazionali, è invece infondata l’asserzione secondo cui la caccia dovrebbe essere vietata in assenza di PDG nazionali, poichè in Italia sono in atto molteplici AZIONI stabilite nei PDG Europei previste per le specie oggetto dei PDG e di cui beneficiano anche altre specie. Una buona parte di queste AZIONI sono realizzate grazie alle risorse economiche e di lavoro dei cacciatori.
– Per quanto sopra esposto, proprio perché sono in atto in Italia numerose misure di conservazione e ripristino degli habitat naturali, spesso grazie al mondo venatorio, NON è necessario sospendere la caccia a nessuna delle specie citate dalle associazioni firmatarie della lettera (LIPU LAC ENPA LAV WWF), sia per le ragioni di natura tecnico legale ricordate, sia perché questa proposta avrebbe come conseguenza la possibile ulteriore perdita di habitat che si ritorcerebbe a danno della conservazione delle stesse specie.
– Per le 5 specie oggetto di PDG e per quelle che ogni regione, nell’ambito del proprio ruolo istituzionale di ente gestore della fauna può stabilire, possono essere fissati limiti conservativi di prelievo giornaliero e stagionale.

3. Come si intende garantire che l’attività venatoria non venga esercitata durante la riproduzione e la migrazione pre nuziale
– Come già esposto negli anni scorsi, e come confermato dal Ministero Ambiente e Territorio nella vicenda sull’utilizzo del potere sostitutivo, oggi SONO SOLO TRE (Beccaccia, Cesena, Tordo bottaccio) le specie di uccelli migratori per cui è in corso un confronto istituzionale REGIONI-MINISTERO-COMMISSIONE UE sulla data di chiusura della caccia. Ciò significa che la data del 31 gennaio come termine di chiusura E’ IMMEDIATAMENTE APPLICABILE DA TUTTE LE REGIONI ITALIANE a TUTTE LE ALTRE SPECIE cacciabili al 31 gennaio secondo legge 157/92. Ciò significa che per Alzavola, Germano reale, Marzaiola, Fischione, Codone, Mestolone, Canapiglia, Moriglione, Moretta, Folaga, Gallinella d’acqua, Porciglione, Beccaccino, Frullino, Combattente, Colombaccio, la chiusura della caccia al 31 gennaio è corretta secondo UE e Ministero Ambiente.
– Allo stesso modo l’apertura generale della caccia alla TERZA DOMENICA DI SETTEMBRE non è MAI stata messa in discussione dall’Unione Europea ed è corretta secondo le Autorità Italiane ed Europee.
– In relazione alle tre specie Beccaccia, Tordo bottaccio e Cesena si fa presente che il dato Key concepts oggi vigente è contraddetto sia da pubblicazioni scientifiche recenti, sia dal confronto con i dati KC dei paesi limitrofi. Si ritiene che il comportamento del Ministero Ambiente e Territorio non sia stato corretto nel dialogo con la Commissione in relazione alla procedura EU PILOT in oggetto, non avendo fornito informazioni precise sulla legittimità dell’applicazione del paragrafo 2.7.10 previsto dalla Guida alla Disciplina della Caccia UE, né sui contenuti delle sentenze e ordinanze della Giustizia Amministrativa Italiana.
– Da numerosi studi, dati e acquisizioni appare evidente che per Tordo bottaccio e Cesena la migrazione pre nuziale comincia in Febbraio, mentre per la Beccaccia i dati di radio tracking satellitare danno evidenza che i primi movimenti cominciano nella prima decade di marzo. Si allegano alla presente tutte le documentazioni scientifiche a supporto.
Nello spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto l’operato delle scriventi Associazioni, si invitano pertanto le Regioni a recepire i dati qui allegati ed a fornirne formalmente copia alla Commissione Europea ai sensi del parag. 2.7.10 della Guida interpretativa della Dir. 2009/147/CE per il doveroso e diligente aggiornamento dei Key Concepts relativi all’Italia.
In parte si tratta di documenti in base ai quali i Giudici Amministrativi hanno riconosciuto la legittimità in Italia della possibile chiusura al 31 gennaio della caccia alle tre specie in questione con  decisioni che sia ISPRA sia il Ministero immotivatamente eludono (tra le tante: TAR Liguria, Sez. II, 28.7.2014 n. 1206; TAR Liguria, Sez. II, 16.5.2014 n. 772; TAR Lazio, Sez. I ter, 17.2.2014 n. 1845; TAR Toscana, Sez. II, ord. 17.10.2013 n. 523; TAR Calabria, Sez. II, 25.7.2013 n. 835).
Nel fare propri i dati qui allegati si auspica e si richiede alle Regioni di prevedere nei propri calendari venatori 2015/2016 la chiusura al 31 gennaio della caccia al tordo bottaccio e alla cesena e beccaccia per tutte le regioni che dispongono di dati regionali a supporto, disattendendo le immotivate richieste delle cd. “associazioni ambientaliste” e tenendo altresì conto che persino l’ISPRA, in alcuni suoi studi puntualmente richiamati nei documenti qui allegati, riconosce che l’inizio della migrazione prenuziale di tali tre specie ha inizio in Italia a febbraio!
E’ infatti primario interesse il perseguimento del sostenibile prelievo venatorio delle tre specie migratrici in questione non disgiunto dalla doverosa assunzione, in comparazione, dei calendari venatori degli Stati membri contermini (per dirne uno, il calendario venatorio della Corsica che ne chiude la caccia il 20 febbraio).
E ciò per l’indefettibile necessità di garantire, nel rispetto del quarto considerando della DIR 2009/147/CE, l’uniforme e transnazionale applicazione della stessa Direttiva per quanto concerne il prelievo venatorio della avifauna migratrice che proviene dagli stessi Paesi di riproduzione e dipendenza e che si diffonde, per svernare, nell’areale mediterraneo (climaticamente e geograficamente omogeneo).
Non è un caso, del resto, che l’Ufficio Legislativo del M.A.T.T.M., con propria nota prot. n. 0001347/GAB del 23.1.2015, abbia espressamente riconosciuto che i “Key Concepts, nel riportare, sulla base dei migliori dati disponibili, le date di dipendenza e di avvio della migrazione prenuziale nei diversi Paesi, presenta delle “incongruenze” difficili da spiegare nel confronto fra Paesi confinanti.
Situazione questa che si ritiene debba essere adeguatamente tenuta in considerazione in questo contesto e, comunque, risolta per evitare disparità di trattamento fra cittadini europei”.
Continuare a tollerare, senza alcuna seria motivazione scientifica, che in Spagna, Francia, Grecia sia consentita fino alla terza decade di febbraio la caccia alle tre specie in questione e pretendere invece che in Italia non si vada oltre il 10 gennaio si risolve, oltretutto, in un concreto danno a tutto l’indotto caccia nazionale.
Nel rimanere a disposizione per ogni eventuale approfondimento, si inviano distinti saluti.

I Presidenti Nazionali delle AA.VV. Nazionali sottoscrittrici
Per la F.I.d.C.
Per l’A.N.U.U. Migratoristi
Per l’ARCICACCIA
Per l’ENALCACCIA
Per l’EPS
Per l’A.N.L.C.

 

( 16 aprile 2015 )

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Amo la caccia alla beccaccia, i cani da caccia e la Natura. Mi interessa molto l'attualità venatoria. Redattore presso Caccia Passione mi occupo di sviluppo delle aree Social e Media News.

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