Caccia: Umbria, proposta di riforma degli Ambiti Territoriali di Caccia, i cacciatori protestano temendo aumento dei costi e delle poltrone. L’ass. Cecchini replica: “Niente stipendi per i CDA”.
Il mondo venatorio ci riprova. Rilancia la discussione sulla proposta di riforma degli ATC. Questa volta tocca all’associazione “Nata libera Perugia”. Convinta che l’aumento degli Ambiti territoriali di caccia, dai tre attuali a otto, si traduca in una moltiplicazione di poltrone, gettoni e indennità. Calcolo smontato dall’assessore regionale alla Caccia e Politiche agricole, Fernanda Cecchini. “Non è previsto stipendio per i membri del consiglio di amministrazione, così come non sarà concessa alcuna indennità ai presidenti. Solo un rimborso spese, se documentate” sottolinea l’assessore Cecchini. Si passerebbe dai tre Ambiti attuali, Perugia1, Perugia2 e Terni, che contano circa venti membri ciascuno, a otto organismi con sette consiglieri. Esi formerebbe un coordinamento regionale composto da tutte le associazioni venatorie, più i rappresentanti della Regione e delle Province di Perugia e Terni. Coordinamento con compiti d’indirizzo oltre che luogo di verifica degli Atc. Una riforma che più che moltiplicare i costi vuole dare più voce al mondo venatorio. La proposta, illustrata circa venti giorni fa, sarà ancora al centro della consulta venatoria regionale che tornerà a riunirsi nelle prossime settimane. Poi, dopo la pausa estiva, passerà al vaglio della commissione consiliare competente di palazzo Cesaroni.
“L’idea è di costituire, dopo oltre quindici anni, Ambiti di caccia più snelli, flessibili e legati alle diverse peculiarità del territorio umbro che può e deve essere valorizzato da tutti gli organismi vigenti dal punto di vista ambientale, agricolo e venatorio” spiega Cecchini. La logica è superare le strutture verticistiche e avvicinare gli Ambiti al territorio tenendo conto anche della nascita dell’Agenzia della forestazione e delle Unioni dei Comuni.Proposta che non piace al mondo venatorio, nel cui mirino entra anche il calendario approvato di recente. Definito da “Nata libera Perugia” penalizzante perché “concede solo una giornata di caccia nella prima quindicina di settembre e nega la caccia nella prima decade di febbraio. In totale – sostiene l’associazione – vengono negate ai cacciatori umbri ben sedici giorni. Nessuna deroga neanche per una specie in salute come il fringuello”. Considerazioni rispedite al mittente dall’assessore.
“E’ uno dei calendari più permissivi d’Italia – commenta Cecchini – che vuole andare incontro alle esigenze delle doppiette, che dà soddisfazione a chi caccia il colombaccio, la beccaccia, il fagiano e la lepre. Un calendario che rispetta le normative europee e nazionali”. Normative stringenti come sa bene Cecchini: “Sono un acquario – sorride – anch’io sono nata libera ma faccio l’assessore e devo rispettare le leggi”.
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