Chi ha presentato l’interrogazione
È stata presentata alla Camera una interrogazione a risposta immediata a firma DORI, ZANELLA, BONELLI, BORRELLI, FRATOIANNI, GHIRRA, GRIMALDI, MARI, PICCOLOTTI e ZARATTI al Ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida in merito alla recente modifica attraverso il DDL “Montagna” del comma 3 dell’articolo 21 della legge n. 157 del 1992, aprendo alla possibilità di caccia nei valichi montani attraversati dalle rotte migratorie dell’avifauna. Facendo specifico riferimento al caso della Regione Lombardia che recependo la modifica ha autorizzato la caccia in prossimità dei valichi, gli interroganti chiedono se il Ministero “intenda adottare un’iniziativa urgente per vietare l’attività venatoria sui valichi alpini, in conformità alle norme europee e in nome della tutela della biodiversità e del patrimonio faunistico nazionale”. In risposta, il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida ha sottolineato come “contrariamente a quanto vuole far intendere l’interrogante, nella normativa unionale non è stabilito alcun divieto generale di esercizio dell’attività venatoria sui valichi montani interessati dalle rotte di migrazione.
Le differenze tra il 1992 e oggi
La direttiva uccelli impegna gli Stati Membri alla tutela dell’avifauna specie durante i periodi di migrazione, ma non menziona la nozione di valichi montani, introdotta dal legislatore nazionale, dando adito anche a causa di una certa indeterminatezza normativa a una perimetrazione delle zone interdette alla caccia frammentaria e non sempre basata su dati scientifici aggiornati e spesso informata a criteri disomogenei. La previsione di un divieto generale di caccia in tali passaggi, come sancito dal previgente articolo 21 della L. 157/1992, poteva trovare una giustificazione allorquando ove introdotta, ovvero all’epoca di una pressione venatoria altissima di caccia generalista e poco specializzata per la maggior parte orientata sulla piccola avifauna migratoria. Oggi non è più così.
La pressione venatoria è cambiata
Attualmente il quadro ambientale è cambiato, la pressione venatoria è calata, le specie cacciabili sono ridotte, sono aumentate invece le esigenze di gestione e controllo della fauna e, in quest’ottica, la caccia è divenuta anche strumento di bioregolazione, utile a fronteggiare l’aumento della popolazione di ungulati, una vera e propria emergenza ambientale con costi altissimi anche per il bilancio dello Stato. L’iniziativa parlamentare che ha portato all’introduzione dell’articolo 15 all’interno della legge sulle zone montane risponde proprio a tali criticità. Da un lato provvede a definire meglio i valichi montani, nei quali per le specifiche caratteristiche morfologiche la caccia va limitata, dall’altro lato nell’ottica della massima certezza e trasparenza prevede che con decreto interministeriale si proceda alla individuazione cartografica dei medesimi. A questo proposito viene ovviamente consultata l’ISPRA e il Comitato tecnico faunistico venatorio. Il decreto sarà poi oggetto di intesa tra la Conferenza e le Regioni, in cui la vostra forza politica è rappresentata e può assumere posizioni diverse da quelle finora assunte. Nei valichi così individuati sono istituite zone di protezione speciale e la caccia è consentita nei limiti e alle condizioni stabilite dalle Regioni, in un’ottica di tutela dell’avifauna migratrice e stanziale. Riteniamo che sul profilo costituzionale ci sia un oggettivo superamento dato dalla modifica della normativa nazionale” ha concluso il Ministro.