Braccata, girata e caccia in forma singola
Federcaccia Lazio informa di aver firmato il nuovo disciplinare per la caccia al cinghiale, al termine di un percorso di confronto attivo e diretto con i cacciatori del settore. Il regolamento, frutto di un ascolto concreto delle esigenze espresse dal territorio e dai praticanti, rappresenta un importante passo avanti nella gestione venatoria regionale e si pone l’obiettivo di coniugare efficacia, sostenibilità e rispetto delle normative sanitarie e ambientali. La posizione di Federcaccia e quella di promuovere le tre principali forme di caccia al cinghiale tradizionali – braccata, girata e caccia in forma singola – coadiuvate dalla caccia di selezione e di contenimento. La braccata è una delle forme più tradizionali e diffuse, praticata da squadre organizzate su territori assegnati. Prevede l’utilizzo coordinato di cani da seguita e numerosi cacciatori, con il fine di spingere i cinghiali verso le poste. Questa modalità garantisce un alto prelievo numerico ed è fondamentale nelle aree con elevata densità faunistica.
Zone di media densità
La girata, anch’essa praticata da squadre su territori assegnati, è una forma più snella rispetto alla braccata: impiega un numero ridotto di canai e poste, permettendo una maggiore rapidità di azione e minor impatto sul territorio. È particolarmente efficace nelle zone di media densità. La caccia in forma singola, invece, è riservata alle cosiddette “zone bianche”, ovvero quelle non assegnate alle squadre. Viene praticata da un massimo di 3 cacciatori anche con l’ausilio di cani non propriamente selezionati per la caccia al cinghiale. Pur essendo meno impattante, risulta meno incisiva in termini di contenimento numerico. Federcaccia Lazio sottolinea come le forme di caccia tradizionali, sebbene meno selettive, rappresentino il metodo più efficace per il contenimento delle popolazioni di cinghiale, come previsto anche dai regolamenti sanitari in materia di prevenzione della peste suina africana e come richiesto dal mondo agricolo per contenere i danni alle colture.
I risultati attesi
Per tale motivo, Federcaccia ritiene necessario estendere le forme di caccia maggiormente efficaci, anche all’interno delle aree protette, laddove il contenimento tramite la sola caccia di selezione non produce i risultati attesi. L’alternativo utilizzo di trappole di cattura può generare squilibri ecologici: la cattura e il successivo rilascio di animali in territori estranei rischia infatti di compromettere gli equilibri sociali e comportamentali delle popolazioni selvatiche. È fondamentale, in quest’ottica, non considerare la caccia di selezione come alternativa competitiva alla caccia tradizionale, ma come strumento integrativo e di supporto. I piani di abbattimento redatti per i singoli territori devono rimanere il punto di riferimento principale; solo in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, l’intervento selettivo dovrà completare l’attività di contenimento. Inevitabilmente la caccia di selezione è lo strumento che meglio potrà rispondere ai danni sulle colture da reddito nel breve periodo e, a tal proposito, sarà importante mettere a punto un sistema di gestione organizzativa che possa rispondere alle richieste di intervento in tempi pressoché immediati.
La gestione del sovrannumero
Al fine di essere maggiormente incisivi nella gestione del sovrannumero, Federcaccia Lazio propone di estendere la stagione venatoria per le squadre di braccata e girata al mese di febbraio, riservando alla selezione il periodo successivo. Questa misura garantirebbe una maggiore efficacia nei periodi di maggiore attività dei cinghiali, con impatti positivi anche sul contenimento della peste suina e sulla riduzione dei danni agricoli. Federcaccia Lazio è pienamente consapevole delle gravi difficoltà che il mondo agricolo sta affrontando a causa dell’eccessiva pressione della fauna selvatica. I danni alle colture, la compromissione degli equilibri ambientali e gli incidenti stradali legati alla presenza incontrollata di ungulati impongono un’azione immediata e concreta. In questa direzione, lo scorso giugno Federcaccia Lazio ha portato a termine con successo un importante accordo con il Comune di Fiumicino per la gestione dell’area del Parco del Litorale Romano, in collaborazione con gli agricoltori locali e grazie ad un’intesa formalizzata con Coldiretti. Un’area ormai al collasso in termini di sostenibilità, dove i danni da fauna avevano assunto dimensioni emergenziali, con pesanti ripercussioni su sicurezza pubblica e viabilità.
Soluzioni sostenibili
Per fronteggiare la situazione, Federcaccia ha messo in campo le proprie risorse qualificate e specializzate, dimostrando ancora una volta di essere un interlocutore credibile e preparato. Un’altra collaborazione attualmente in corso riguarda la Riserva Naturale Regionale del Lago di Vico, area di grande pregio naturalistico ed economico (castagneti e noccioleti), dove le gabbie di cattura per i cinghiali si sono rivelate inadeguate ad una risoluzione sostenibile del problema. Anche in questo caso, Federcaccia Lazio si è attivata per fornire soluzioni più efficaci e sostenibili, nel rispetto delle normative e delle esigenze locali. Parallelamente, l’associazione sta programmando nuovi corsi formativi per i cacciatori, fondamentali per affrontare con competenza e responsabilità le sfide attuali legate alla gestione faunistica e territoriale. Formazione, partecipazione attiva e dialogo con le istituzioni restano i pilastri su cui Federcaccia intende costruire il futuro della caccia e della gestione ambientale. Federcaccia Lazio sarà sempre presente nell’individuare le migliori soluzioni e le tempistiche più efficaci per affrontare i problemi derivanti dall’eccessiva presenza di fauna selvatica. Per guardare al futuro con lucidità e prospettiva, è indispensabile risolvere i problemi di oggi con coraggio, competenza e visione (Federcaccia Lazio – Il Presidente Regionale Aldo Pompetti).