Un grave problema
“La filiera della carne di cinghiale – afferma Roberto Lorin, presidente di Coldiretti Padova – può essere un aiuto ma assolutamente non è la soluzione del grave problema del controllo fauna selvatica. Di certo non può diventare un alibi per mantenere l’inaccettabile situazione attuale che gli agricoltori non possono continuare a subire.
Redditi compromessi
È un dato di fatto che la proliferazione dei cinghiali rappresenta un’emergenza da affrontare senza indugio e con ogni mezzo, altrimenti le aziende agricole continueranno a subire danni e perdite ingenti di prodotto e a vedere compromesso il proprio reddito e la stessa sopravvivenza dell’agricoltura sui Colli Euganei. Non dimentichiamo poi la minaccia concreta della peste suina che ha nei cinghiali un vettore di trasmissione e che potrebbe colpire duramente i nostri allevamenti suini, questa sì una filiera storica e fondamentale per il settore primario padovano, da difendere e da tutelare con tutti i mezzi.
Le risposte agli agricoltori
Quello che interessa agli agricoltori è che prosegua con vigore ed efficacia l’attività di controllo dei cinghiali e della fauna selvatica perché anche gli ultimi dati confermano che quanto fatto finora non è sufficiente per arrivare ad una soluzione in tempi brevi. Chiediamo perciò al Parco Colli Euganei di convocare un tavolo assieme l’assessore regionale Corazzari, come già concordato un paio di mesi fa, proprio per dare una risposta alle richieste degli agricoltori. A fronte delle nuove risorse stanziate dalla Regione per l’ente Parco Colli auspichiamo che una parte sia destinata proprio alle attività di controllo dei cinghiali e della fauna selvatica. Apprezziamo gli sforzi del Parco nell’azione di cattura e contenimento dei cinghiali, anche con l’uso di nuovi sistemi, ma chiediamo che vi sia continuità e maggiore frequenza di queste azioni indispensabili per salvare l’agricoltura sui Colli Euganei” (fonte: Coldiretti).