Bugie, allarmismi e mistificazioni
In un articolo di Giacomo Talignani apparso nella sezione Green&Blue del quotidiano “La Repubblica”, il Presidente nazionale Massimo Buconi è intervenuto sulla questione della annunciata riforma della legge sull’attività venatoria che in questi giorni si è scatenata nel consueto circo mediatico di bugie, allarmismi e mistificazioni da parte di associazioni anticaccia e animaliste. “Da una parte i cacciatori e il governo che ha messo nero su bianco molte delle loro richieste, dall’altra ambientalisti e animalisti. In mezzo: la natura e gli animali. In queste ore è in corso una vera e propria battaglia tutta incentrata su una bozza: è quella del Ddl Caccia, ovvero la potenziale modifica – fatta di 18 articoli – della legge dell’11 febbraio 1992, la numero 157, che regola l’attività venatoria in Italia ma che da tempo, dopo 33 anni, i cacciatori chiedono di rivedere”. Così apre l’articolo, sottolineando anche che “la fase attuale è quella della predisposizione e si ragiona solo su una bozza” e che non si parla dunque di nessuna decisione definitiva, ma di fase pre-discussione, l’inizio di un percorso che potrebbe presto essere discusso in Parlamento”. Vengono poi elencati i “contenuti” della bozza, e presentate però come novità “irricevibili” molte norme che già sono nella 157/92 e in vigore da anni, e sulle quali nessuno – anticaccia compresi – aveva avuto da ridire.
Le parole di Buconi
Sul tema, il presidente di Federcaccia, Buconi, ha rilasciato una intervista a “la Repubblica”, ripresa nell’articolo. Questa che segue in corsivo la parte che riguarda la posizione del Presidente di Federcaccia: “Ci sono varie bozze, ma non c’è nulla di definitivo e ufficiale. Si tratta di un percorso che il ministro Lollobrigida ha individuato e sta portando avanti”. Secondo i cacciatori “un aggiornamento e la riforma della 157 sono necessari perché per esempio prima non si affrontava la questione cinghiale. Noi vogliamo una caccia di gestione e protezione della fauna selvatica. Se prendiamo un’oasi dove c’è divieto di caccia spesso oggi non c’è gestione e talvolta, se facciamo censimenti, sono persino meno le coppie di germani che nidificano in quelle con divieti rispetto a quelle zone dove è consentita la caccia, perché noi facciamo anche tutela e gestione del territorio, perché ci curiamo dei canneti, del controllo dei predatori, dei livelli dell’acqua”. Buconi sostiene che dal 1992 in Italia c’è solo uno scontro favorevoli-contrari sulla caccia.
La riforma è doverosa
“Non si dialoga, invece noi vogliamo dialogo. Ma come si fa a dire caccia in spiaggia? Cosa vuol dire, che domani un cittadino al mare si trova accanto al fucile? Dai, c’è molta ideologia e falsità, invece vogliamo confronto, includendo per esempio anche agricoltori nella gestione della fauna selvatica, cosa di cui non si discute. La riforma è doverosa per rispondere ai problemi attuali, pensiamo alla questione della peste suina o ai continui conflitti nei tribunali ad ogni stagione venatoria. Noi promuoviamo sostenibilità e rispetto della biodiversità e chiediamo nuove norme per questo”.
Direttiva uccelli
Chiediamo se, come sembra, su richiami vivi e allungamento del calendario venatorio il Ddl è in contrasto con l’Europa. “Mi rifiuto di pensare che essendo una normativa di governo e ministeri possa essere in contrasto con la normativa europea”. Poi, spiega che dipende anche da “come interpretiamo certe cose, come la Direttiva uccelli. Viene vietata la caccia durante le migrazioni: è sacrosanto. Però chi dice con esattezza quando gli uccelli migrano? Non possiamo pensare che a stabilirlo sia un solo punto di vista, dell’Ispra: servirebbe invece un comitato scientifico che includa più enti di ricerca, associazioni, ma anche citizen scientist e regioni”. Infine, chiosa Buconi, “serve dialogo, anche con chi si oppone. Sediamoci a un tavolo serio di confronto: il compromesso è una rivoluzione positiva. Ma deve accadere con aperture, non solo dei no. Avere nuove regole per la caccia, come gestione, serve a tutti” (fonte: FIDC).