Piano straordinario per la gestione ed il contenimento
In questi giorni alcune organizzazioni agricole regionali hanno chiesto di inserire il colombaccio tra le specie sottoposte a controllo, con conseguente possibilità di abbattimento per presunti danni alle coltivazioni. Una proposta che Federcaccia Toscana-UCT respinge con fermezza. La deriva avviata dalla Regione Emilia Romagna e alcuni contenuti della proposta di modifica alla Legge 157/92, ora all’esame del Senato, rischiano di produrre effetti anche in Toscana. Lo scorso anno ci opponemmo con decisione in occasione del “Piano straordinario per la gestione ed il contenimento della fauna selvatica” (delibera n. 941 del 05/08/24), ma oggi la questione viene riproposta.
Numeri e modalità di monitoraggio
Si parla infatti di abbattimenti di colombacci in pieno periodo riproduttivo (aprile–settembre), senza dati chiari su numeri e modalità di monitoraggio. Una misura che rischia di compromettere seriamente la popolazione, a fronte di danni agricoli che risultano limitati e imputabili in gran parte a più specie di columbidi e passeriformi. È incomprensibile che, in nome di danni marginali, si voglia ridurre il ruolo del cacciatore a mero esecutore di abbattimenti, ignorando il valore della fauna selvatica come bene collettivo. Da sempre gli ATC hanno investito risorse dei cacciatori per indennizzi, prevenzione e piani di gestione equilibrati. “Oggi i danni alle coltivazioni si sono ridotti a livelli fisiologici – sottolinea il Presidente regionale della Federcaccia Toscana-UCT Marco Salvadori –. Non si capisce perché si voglia aprire un nuovo fronte di scontro tra caccia e agricoltura, proprio mentre stiamo lavorando a soluzioni più ampie e condivise”.
Una battaglia comune
“La caccia, è una attività legittima e utile per quello che può generare in termini di investimenti ed azioni sulla biodiversità e sulla gestione ma anche conservazione della fauna selvatica quale risorsa collettiva: servono intese concrete tra cacciatori e agricoltori”. “Sul colombaccio – conclude Salvadori – dovremmo combattere una comune battaglia per consentire la caccia a questa specie in pre-apertura (superando con legge nazionale i limiti imposti nel calendario con l’arco temporale) consentendo il prelievo venatorio a partire dal 1 settembre sull’intero territorio regionale. Ci auguriamo che la Toscana mantenga anche stavolta un approccio prudente e coerente, evitando errori come quelli dell’Emilia Romagna, dove si autorizzano abbattimenti fino a 11.000 capi per questa specie”.