Proliferazione incontrollata
L’allarme lanciato da Coldiretti sulla situazione insostenibile nel Parco di Colfiorito e nelle aree limitrofe, dove i cinghiali razziano le colture, spinge Federcaccia Umbra, oltre a manifestare sostegno agli agricoltori, ad una riflessione sulle aree protette e sulle conseguenze della proliferazione incontrollata dei cinghiali, “che non è più solo una questione agricola, ma una vera emergenza ambientale e di sicurezza pubblica che richiede un’azione comune e immediata”. “Sottoscriviamo ogni parola dei presidenti Agabiti e Chiacchierini,” dichiarano i vertici di Federcaccia Umbra. “Il Parco di Colfiorito – prosegue l’associazione venatoria – è l’esempio lampante di come l’assenza di una gestione venatoria e di controllo efficace all’interno delle aree protette crei un ‘effetto serbatoio’. Questi territori, nati per tutelare la biodiversità, si sono trasformati in bacini di riproduzione fuori controllo che poi ‘esportano’ danni incalcolabili alle aziende agricole vicine e pericoli costanti sulle strade.”
Intesa tra cacciatori e agricoltori
Federcaccia Umbria rilancia la proposta di un’intesa tra cacciatori e agricoltori. Ribadendo che la soluzione “non può prescindere da una collaborazione stretta tra mondo venatorio e mondo agricolo, sotto la regia della Regione e degli enti gestori”. E manda due messaggi. Il primo, agli agricoltori: “Siamo al vostro fianco. Il cacciatore è il primo alleato dell’agricoltore nella gestione del territorio. Siamo pronti a mettere a disposizione la nostra esperienza e i nostri operatori formati per interventi di contenimento mirati, volti a proteggere il raccolto e il sudore di chi lavora la terra. L’altro alla Regione: “Chiediamo un cambio di passo. Non si può continuare a gestire i parchi come bolle isolate. Occorre attivare immediatamente i piani di controllo previsti dalla legge anche all’interno dei confini dell’area protetta, snellendo le procedure burocratiche che oggi frenano l’efficacia degli interventi. Gestire con efficacia la fauna selvatica specialmente il cinghiale è una azione necessaria anche per la tutela della biodiversità.
Piano straordinario
Per superare l’attuale fase di stallo, Federcaccia propone tre misure. Interventi coordinati, con l’elaborazione di “un piano straordinario di prelievo all’interno dei parchi, utilizzando personale qualificato e cacciatori formati, per abbattere drasticamente la densità della specie”. Revisione dei regolamenti: “Superare i limiti che oggi rendono le aree protette zone di impunità per la fauna selvatica, a discapito dell’equilibrio ecologico”. E poi la creazione di un Tavolo Tecnico Permanente, luogo di coordinamento “che veda seduti allo stesso tavolo Regione, Associazioni Agricole e Associazioni Venatorie per monitorare settimanalmente l’evoluzione della situazione a Colfiorito”. “Il territorio è sotto assedio – conclude la nota di Federcaccia – e non c’è più tempo per i rimpalli di responsabilità. La sicurezza dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole sono la nostra priorità. Siamo pronti a collaborare, anche laddove possibile in cabina di regia delle associazioni venatorie regionali per confrontarci proficuamente con la regione onde ristabilire l’equilibrio e la legalità ambientale nel nostro splendido territorio.”


































