Ingresso gratuito
Si intitola “La Nazione di Puccini: immagini, luoghi e suggestioni di un compositore di genio” e sarà inaugurata a Firenze il prossimo 3 settembre ospitata nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria, rimanendo aperta al pubblico fino al 10 settembre con orario 14.30-18.30 e ingresso gratuito.
Archivio storico
Un percorso che nasce dallo stretto rapporto fra il grande musicista toscano e il quotidiano La Nazione, nel cui archivio storico sono conservati una ricca messe di articoli e testimonianze a lui dedicate. Da questo patrimonio storico e intellettuale, cui si sono aggiunte fotografie, lettere e documenti dall’Archivio fiorentino della famiglia Antinori, oltre a materiale messo a disposizione dalla Biblioteca Statale di Lucca, dal Conservatorio Giacomo Puccini di La Spezia, dal Museo del Tessuto di Prato e dalla Fondazione Cerratelli, ha preso vita questa mostra, presentata già con successo a Roma presso la Camera dei Deputati, a Lucca e a Pisa.
Articoli, ritagli, immagini, locandine e documenti
Attraverso 36 pannelli sarà possibile ripercorrere la vicenda umana e artistica di Puccini in un percorso ricco di spunti e suggestioni anche inediti. Articoli, ritagli, immagini, locandine e documenti illustreranno l’evoluzione artistica e professionale del compositore mentre agli aspetti più intimi, legati all’amicizia e all’altra sua grande passione insieme alla musica, la caccia, sono dedicate le riproduzioni delle lettere che Puccini inviava a due dei suoi più cari amici, il marchese Piero Antinori e il conte Giuseppe della Gherardesca. Aspetti privati, ancora spesso poco o per niente noti, che ci parlano dei suoi soggiorni e delle battute di caccia in Maremma.
Chi ha organizzato l’evento
Curatore della mostra e del catalogo è Maurizio Sessa, già giornalista de “La Nazione”, cultore ed esperto della materia, autore fra gli altri di un libro dedicato proprio a Puccini cacciatore: «Andrò nelle maremme». Puccini a caccia tra Bolgheri e Capalbio. Lettere al marchese Piero Antinori e al conte Giuseppe Della Gherardesca.