Un tema da approfondire
Comprendere a fondo il DDL 1552 significa analizzarne ogni sfaccettatura. Così Fondazione UNA si è impegnata a fare chiarezza dando voce direttamente agli esperti. Il ciclo di interviste prosegue con l’obiettivo di approfondire il tema anche ascoltando la voce del mondo ambientalista. Sono state poste dunque delle domande a Giampiero Sammuri, past president di Federparchi Europarc Italia e del Parco Nazionale Arcipelago Toscano, che ha aiutato a mettere a fuoco alcuni aspetti cruciali delle modifiche.
Cacciatori e conservazione
Queste le sue parole: “Credo che il contributo della caccia alla conservazione della biodiversità sia sostanzialmente neutro. Secondo i dati ISPRA, l’80% degli animali abbattuti in caccia riguarda 6 specie, tordo sassello, tordo bottaccio, colombaccio, merlo, fagiano e cinghiale. Quindi tutte specie che non hanno alcun problema di conservazione. La proposta del decreto sulle aree protette non dovrebbe cambiare granché perché in Italia l’attività venatoria in queste aree è vietata e tale resta“.
Nessuna minaccia
Poi la risposta alla domanda come su come viene percepito il cacciatore: “Nei parchi italiani la caccia è vietata e così rimane. Il cacciatore può essere considerato un aiuto se c’è da contenere specie aliene, quindi magari può dare un contributo ma non è mai una minaccia“.

































