Netta e feroce contrarietà
La Giunta regionale del Veneto ha presentato il tesserino venatorio regionale digitale che, prima su base volontaria e poi in modo obbligatorio, si vorrebbe imporre ai cacciatori del Veneto attraverso un’applicazione scaricabile sul cellulare personale con la quale apportare le prescritte annotazioni obbligatorie a carico di ogni cacciatore. Intervenendo a nome dell’Associazione Cacciatori Veneti, della Confederazione delle Associazioni Venatorie Italiane, dell’Associazione per la Cultura Rurale e della Fondazione per la Cultura Rurale, l’on. Sergio Berlato affiancato da Giulia Sottoriva Presidente nazionale di CONF.A.V.I. ha manifestato in modo inequivocabile la netta e feroce contrarietà all’ipotesi prospettata dalla Giunta regionale.
Le critiche alla proposta
Questo il punto di vista nel dettaglio: sorprende l’atteggiamento dei dirigenti delle altre associazioni i quali, tranne qualche lodevole eccezione, hanno palesato un atteggiamento tiepido se non addirittura palesemente accondiscendente nei confronti di questa inaccettabile proposta della Giunta regionale. I principali argomenti utilizzati dall’on. Sergio Berlato per opporsi decisamente alla proposta di tesserino venatorio regionale digitale sono stati questi:
1) non tutti i cacciatori sono dotati di cellulare;
2) non tutti i cacciatori che sono dotati di cellulare hanno la possibilità di scaricarsi l’applicazione digitale;
3) non tutti i cacciatori sanno utilizzare le applicazioni digitali;
4) non tutto il territorio regionale è provvisto di copertura internet;
5) la batteria del cellulare si può scaricare;
6) partendo dal presupposto che l’età media dei cacciatori in Veneto è superiore ai sessant’anni diventa difficile la compilazione del tesserino, compresa l’annotazione dei capi abbattuti, l’annotazione delle giornate di caccia prescelte, l’individuazione degli A.T.C. o C.A. prescelti, ecc…
Un progetto rischioso
L’on. Sergio Berlato a nome delle Associazioni che rappresenta ha invitato la Giunta regionale a desistere dall’attuazione di questo progetto che comporterebbe l’abbandono dell’attività venatoria soprattutto da parte dei cacciatori più anziani, ai quali dev’essere garantito rispetto e non l’imposizione di balzelli burocratici inaccettabili.