Vie legali
La Giunta regionale della Lombardia ha deliberato ieri di presentare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio contro il silenzio di ISPRA in merito alla richiesta di determinazione delle “piccole quantità” per le specie peppola, pispola e frosone, avanzata dalla nostra Regione il 28 aprile scorso, in vista della stagione venatoria 2025/2026. La richiesta, inviata nel rispetto della legge quadro sulla caccia (L. 157/1992), è rimasta priva di riscontro da parte dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale. Una situazione giudicata inaccettabile da Regione Lombardia, che ha quindi deciso di adire le vie legali per ottenere il riconoscimento del proprio diritto ad avere risposte puntuali e motivate.
Cacciatori penalizzati
“È un’iniziativa che, assieme ai colleghi Bravo e Macconi, ho fortemente voluto e sostenuto – dichiara il Consigliere regionale della Lega Floriano Massardi, Presidente della Commissione Agricoltura, Montagna e Foreste – sulla scorta del precedente virtuoso della Regione Liguria, che ha già ottenuto dal Consiglio di Stato l’obbligo per ISPRA di adempiere ai propri doveri. Anche la Lombardia ha ora il dovere di far valere le proprie prerogative, a tutela di un mondo venatorio sempre più penalizzato da inerzie amministrative incomprensibili.”
Ostacoli burocratici
“Il prelievo in deroga è uno strumento previsto e regolamentato dalla direttiva europea – prosegue Massardi – e viene regolarmente applicato in molti Paesi dell’Unione. È inaccettabile che in Italia si debbano ogni anno superare ostacoli burocratici per affermare un diritto sancito a livello comunitario. Nei giorni scorsi avevo sollecitato formalmente per iscritto il Presidente Attilio Fontana a procedere con il ricorso, e lo ringrazio per aver raccolto questa istanza, avviando un’azione che ristabilisce il principio della legalità e del rispetto delle competenze dimostrando ancora una volta attenzione e sensibilità verso il mondo rurale lombardo.” Con questo ricorso, Regione Lombardia chiede dunque un pronunciamento del TAR che imponga a ISPRA di esprimersi formalmente sulla richiesta, nel solco della giurisprudenza già tracciata dal Consiglio di Stato.