L’ira dei cacciatori
La Fondazione Capellino e Almo Nature, azienda di cui è proprietaria, hanno prodotto e diffuso uno spot emozionale contro la caccia, accompagnato da un Dossier con le consuete forzature e imprecisioni a cui ribatteremo punto per punto, come sottolineato dalla Federcaccia.
Le parole di Buconi
Questo il pensiero del presidente FIDC, Massimo Buconi: “Queste ultime forse saltano all’occhio e indignano solo noi cacciatori. Ma sul fatto che una azienda produttrice di alimenti per animali a base di carne e pesce, cinghiale compreso, consideri ingiustificabile la caccia, veramente nessuno trova qualcosa di strano e incoerente?“.
Il controsenso
In effetti, lo spot – in cui si vede un cane da caccia che invita il padrone a non sparare col proprio fucile – stride con alcuni dei prodotti della stessa Almo Nature. Basta fare una semplice ricerca sul web per scoprire che a questo marchio è associato, ad esempio, il prodotto HFC Natural che tra gli ingredienti presenta anche la carne di cinghiale (al 38%).

Di seguito l’intervento di Buconi e lo spot contestato:










































Peccato che i sedicenti “animalisti” di FdI, prima che Meloni arrivasse al Governo, assicurarono che in caso di vittoria elettorale, l’unica forma di caccia che avrebbero liberalizzato sarebbe stata solo quella al cinghiale.
Poi si è visto: hanno permesso la caccia ai piccoli passeriformi dai valichi montani nonostante una sentenza del TAR e della Corte costituzionale che ne stabiliva il divieto, hanno permesso alle Regioni di autorizzare ancora la caccia in Deroga al fringuello ed ora si accingono ad altre scelleratezze con la modifica alla legge 157.