Libera Caccia: Siena, il controllo delle specie problematiche sul territorio provinciale in applicazione dell’art.37 della Legge Regionale 3/94 pare sia attuabile in tutte le province toscane ma non nella Provincia di Siena.
Da una puntuale analisi circa l’applicazione dell’art.37 della L.R. 3/94 (quello che, per intendersi, disciplina gli interventi di contenimento dei predatori e delle specie problematiche) nelle diverse Province della Toscana, emergono differenze di varia natura. Tutte le Province toscane consentono però, sia pure con diverse modalità e condizioni, il controllo dei corvidi, della volpe e del cinghiale, c’è solo un’eccezione: SIENA. La Provincia di Siena, che pure era stata in Toscana la prima ad impiegare le trappole Larsen nel controllo della gazza e della cornacchia grigia e l’abbattimento della volpe in orario notturno, da autoveicolo con l’ausilio del faro o da appostamento con l’impiego di esche, oggi paradossalmente è l’unica Provincia toscana a trovarsi nelle condizioni di non potere in alcun modo controllare la presenza di questi predatori all’interno degli Istituti pubblici (Z.R.C. e Z.R.V.) e privati (A.F.V.).
E’ dunque della massima urgenza superare questa assurda quanto incomprensibile differenza. Occorre mobilitare ogni energia per consentire anche alla Provincia di Siena, al pari delle altre Province toscane, di gestire e tutelate il proprio patrimonio di piccola selvaggina stanziale.
Il tempo stringe. Ad esempio, nel mese di Aprile avrà inizio il periodo idoneo per il controllo dei Corvidi mediante l’impiego delle trappole Larsen. Se non vogliamo che la Provincia di Siena rimanga anche per quest’anno priva di questo importante intervento, bisogna richiedere urgentemente le relative autorizzazioni: né più e nemmeno come avverrà in tutto il restante territorio regionale.
Identico discorso deve essere fatto per il controllo della volpe alla tana mediante l’impiego di idonei cani. Per non parlare del controllo del cinghiale, indispensabile non solo per tutelare le colture agricole, ma anche la riproduzione naturale della piccola selvaggina stanziale, sia nelle zone non vocate sia all’interno degli Istituti pubblici e privati.In conclusione, tutte le Associazioni venatorie, l’E.P.S. e le Associazioni Agricole sono chiamate a svolgere il proprio compito con la massima sollecitudine e forza.
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