Innovazione con rischi
La produzione di energia elettrica e la sua distribuzione hanno cambiato la vita degli umani e il paesaggio negli ultimi decenni. A fronte di una forte innovazione tecnologica del settore collegata a studi sull’utilizzo delle fonti rinnovabili per ridurre l’emissione in atmosfera di gas climalteranti, una parte dei sistemi di trasporto elettrico sono rimasti pressoché invariati negli ultimi decenni. Gli orizzonti di pianura incorniciati nelle prospettive dei tralicci elettrici che si inerpicano verso le montagne e sui valichi sono diventati un paesaggio umano che abbiamo interiorizzato insieme alla consapevolezza di vivere in edifici, case, infrastrutture attraversate da una fitta ragnatela di cavi funzionali alla distribuzione elettrica per il consumatore finale. Negli ultimi decenni studi scientifici hanno indagato gli effetti dei campi elettromagnetici associati alle linee di trasporto elettrico sulla salute umana portando alla definizione di regolamenti e norme per contenerne i danni correlati come, ad esempio, l’interramento dei cavi in zone urbanizzate o la definizione di zone di rispetto per l’edificazione in prossimità di linee elettriche. I cavi delle linee elettriche aeree sono normalmente sospesi a tralicci ad un’altezza di alcuni metri da terra senza essere isolati e non costituiscono un problema per l’incolumità umana. Per gli uccelli, tuttavia, la situazione è ben diversa. Quando si posano su un palo o su un traliccio di una linea elettrica, se toccano contemporaneamente due cavi o un cavo e la messa a terra possono morire folgorati per elettrocuzione. La probabilità con cui si verificano questi casi di mortalità dipende da più fattori, tra cui la dimensione dell’animale, le modalità di volo e la conformazione del sostegno della linea elettrica.
Alta tensione e non solo
Alcune linee elettriche sono più pericolose di altre, non solo per non essere isolate, ma anche per gli ambienti in cui si trovano: in zone aperte, prive di alberi e di rocce, gli uccelli, non avendo a disposizione altri posatoi in posizione elevata, utilizzano molto spesso i pali e i tralicci delle linee elettriche e dunque sono più esposti al rischio di morire folgorati. Provocando la morte immediata, l’elettrocuzione non permette l’apprendimento di un pericolo evitabile in futuro o trasmissibile alla prole. La collisione con i cavi aerei è un’altra causa di morte per l’avifauna legata alla presenza di linee elettriche; in questo caso gli uccelli muoiono quando urtano contro i cavi durante il volo. Il forte impatto che le infrastrutture per il trasporto dell’energia causano sull’avifauna è dovuto alla diffusione capillare della rete elettrica sul territorio. Soltanto per l’alta tensione in Italia ci sono 75.000 km di linee (fonte Terna) che servono per trasportare l’energia su grandi distanze; a queste si aggiungono oltre 366.000 km di linee a media tensione e 746.000 km di linee a bassa tensione (fonte e-distribuzione). Per avere un’idea di quanto sia estesa la rete a media tensione, basti pensare che la sua lunghezza complessiva è paragonabile alla distanza che separa la terra dalla luna (pari a 384.400 km).
I risultati degli studi
Uno studio condotto a livello internazionale ha rivelato un dato impressionante: per rapaci e le cicogne che migrano tra l’Europa e l’Africa l’elettrocuzione è la principale causa di mortalità indotta dall’uomo. Lo studio è stato effettuato analizzando la causa di morte di 1704 uccelli seguiti dai ricercatori attraverso l’utilizzo di strumentazione GPS. Ben il 40,5% delle morti causate dall’uomo è stato attribuito alla folgorazione sulle linee elettriche; questa percentuale sale al 47,2% in Europa per la maggiore diffusione delle linee elettriche sul territorio. Un’incidenza così elevata di morti per elettrocuzione trova riscontro nei risultati di altri studi effettuati ricercando le carcasse di uccelli trovate ai piedi dei piloni: effettuando questi controlli, in media in Europa si sono rinvenuti 14 uccelli folgorati ogni 100 supporti. A titolo esemplificativo si riportano alcune stime in grado di fornire un’idea della dimensione del fenomeno (Raptor Protection of Slovakia 2021):
- 700 gli uccelli morti per chilometro di linea elettrica in un anno in una zona umida olandese;
- 250.000-300.000 gli uccelli morti ogni anno in Danimarca per collisione o elettrocuzione;
- 1.000.000 gli uccelli morti in un solo anno in Francia;
- 2.000 gli uccelli rinvenuti morti ogni anno in 100 km di linea elettrica all’interno del Parco Nazionale del Coto Doñana in Spagna.
Le nuove conoscenze acquisite
Data la notevole rilevanza dell’impatto che la morte per folgorazione ha sulle popolazioni di uccelli, a livello internazionale già da tempo sono state assunte iniziative per stimolare i governi dei diversi paesi ad adottare misure di mitigazione. La Convenzione di Bonn per la conservazione delle specie migratrici (UNEP-CMS) nel 2002 ha adottato una prima risoluzione per impegnare gli stati firmatari ad individuare e a mettere in sicurezza le linee elettriche pericolose per l’avifauna; questa risoluzione nel tempo è stata aggiornata sulla base delle nuove conoscenze acquisite ed è stata creata un’apposita task-force per fornire supporto tecnico. Parallelamente, si è attivata anche la Convenzione di Berna sulla Conservazione della Vita Selvatica e degli Habitat Naturali in Europa che ha approvato un’analoga raccomandazione nel 2004. Nel 2012 CMS e AEWA hanno pubblicato linee guida specifiche su come evitare o mitigare l’impatto delle linee elettriche sugli uccelli migratori e nel 2022 l’Unione mondiale per la conservazione della natura IUCN ha pubblicato il rapporto Wildlife and power lines. Nel caso di linee già esistenti, è possibile intervenire isolando le parti sotto tensione in corrispondenza dei sostegni e i tratti di cavo elettrico più vicini ai sostegni stessi. Se l’intervento viene effettuato correttamente e utilizzando materiali idonei, il rischio di folgorazione per gli uccelli si riduce sensibilmente e l’isolamento risulta efficace per un periodo di diversi anni. Nel caso di nuove linee sarebbe auspicabile prevedere l’utilizzo di sostegni progettati in modo da rendere impossibile il contatto simultaneo con due cavi o un cavo e la messa a terra. Per prevenire le collisioni sono possibili diversi accorgimenti tecnici per rendere maggiormente visibili i cavi: a seconda dei contesti ambientali, sono stati posizionati ad intervalli fissi lungo i fili vari dispositivi quali spirali, palle colorate, placche con superficie catarifrangenti.
Pericolo incendi
Dall’analisi della letteratura scientifica, si evince come la messa in sicurezza delle linee elettriche per salvaguardare l’avifauna apporti benefici anche per le aziende distributrici e gli utenti. In occasione degli episodi di folgorazione degli uccelli selvatici, in diversi casi possono verificarsi interruzioni o disservizi nella fornitura di energia elettrica; inoltre, si possono sviluppare incendi. In Spagna, ad esempio, è stato accertato come il 2,4% degli incendi innescati dalle linee per la distribuzione dell’energia elettrica sia stato causato dall’elettrocuzione di uccelli selvatici. Nel 2023, la lunghezza delle reti di distribuzione elettrica in Italia è aumentata di 5.600 km, con circa 2.600 km di nuove reti in bassa tensione, 2.900 km in media tensione e 18 km in alta e altissima tensione (Fonte Enel). Nel triennio 2024-2026 soltanto da Enel saranno investiti 12,2 miliardi di euro nell’ampliamento e gestione delle reti elettriche. E-distribuzione, il principale gestore delle linee elettriche presenti in Italia, da alcuni anni si sta dedicando alla messa in sicurezza di linee elettriche pericolose per gli uccelli nell’ambito di progetti di conservazione dell’avifauna per lo più cofinanziati dalla Commissione europea in collaborazione con ISPRA. Grazie a questo impegno, le metodologie per intervenire sulle linee sono state messe a punto con successo, ma perché le morti per elettrocuzione nel nostro paese possano diminuire in modo significativo è necessario intervenire su ampia scala, a cominciare dalle aree strategiche per la loro conservazione (Zone di Protezione Speciale (ZPS), Siti di Importanza Comunitaria / Zone Speciali di Conservazione (SIC/ZSC), Parchi Nazionali e Regionali, Riserve Naturali, Important Bird Areas (IBA)) dove maggiori sono le densità degli uccelli esposti al rischio di folgorazione (come ad esempio nei Parchi nazionali). Proprio in quest’ottica, ISPRA sta svolgendo un’azione di informazione e sensibilizzazione delle pubbliche amministrazioni, degli operatori che gestiscono la trasmissione e la distribuzione dell’energia elettrica e l’opinione pubblica in generale (fonte: ISPRA).