Rapporti tesi
La giurisprudenza relativa alle licenze di caccia e al loro ritiro si arricchisce di un nuovo fatto di cronaca che diventerà inevitabilmente un precedente, un episodio davvero singolare. Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria ha confermato infatti il provvedimento adottato dalla Questura che ha revocato la licenza a un uomo e a suo figlio. Proprio quest’ultimo non potrà svolgere attività venatori a causa dei rapporti a dir poco tesi con la sorella.
L’episodio più eclatante
Le liti tra i due sono state frequenti e anche piuttosto violente: nello specifico, la donna ha raccontato di essere stata aggredita e percossa dal fratello con una stampella, rendendo necessaria la fuga in camera da letto per poi chiudersi a chiave. Tutto questo sarebbe avvenuto al culmine di un’accesa discussione tra padre e figlio. La vittima ha poi riportato una ferita al sopracciglio che ha richiesto il trasferimento in ospedale.
La testimonianza della vicina
Il ricorso contro il divieto di detenere armi e munizioni a cui si è fatto riferimento è stato poi respinto. A convincere i giudici del TAR è stata anche la testimonianza di una vicina di casa che ha confermato le continue liti, con altre aggressioni ripetute nel tempo e le conseguenti denunce a piede libero.