C’è un filo sottile che unisce l’istinto del cacciatore alla tecnologia. È il momento in cui senti un fruscio oltre la siepe, giri lentamente la testa e ti chiedi se valga la pena tirare fuori il termico. In quell’istante il tempo conta più di ogni altra cosa. È questione di due secondi. E due secondi sono esattamente quelli che HIKMICRO ha scelto di mettere al centro del nuovo Lynx 3.0, presentato ufficialmente nell’autunno 2025 e già destinato a riscrivere le regole della termografia “entry level”.
Non è un termico che vuole impressionare con promesse da brochure, ma un oggetto vero, costruito per essere usato ogni giorno, da chi la caccia la vive in silenzio, nella notte o all’alba, quando i sensi devono farsi strumenti e ogni gesto è istinto.

Un compagno che sta in tasca
Rispetto al modello precedente, il nuovo Lynx 3.0 è più corto di 2,4 centimetri e sensibilmente più leggero. Sembra poco, ma sul campo è una differenza enorme. Sta davvero in tasca, e questo significa che puoi portarlo sempre con te: non solo durante la caccia, ma anche nei controlli di sera, nelle perlustrazioni rapide, nelle uscite in cui non avevi previsto di trovarne uso. È il classico strumento che diventa naturale: non pensi di “portarlo”, semplicemente ce l’hai addosso.
I tasti sono stati ridisegnati, ora più morbidi, più alti, facili da riconoscere al tatto anche con i guanti invernali. Sono piccoli accorgimenti, certo, ma sono quelli che ti rendono la vita facile nel momento in cui serve davvero.
L’accensione è rapidissima: due secondi, e sei già nella scena. È un tempo quasi simbolico, ma racconta la filosofia con cui HIKMICRO ha costruito questo monocolo: seguire la velocità dell’istinto.
È un concetto di cui si parla spesso nelle campagne pubblicitarie, ma che raramente trova un riscontro concreto nell’uso reale. Qui, invece, c’è.

Il coraggio di fare bene anche nella fascia “entry”
La serie Lynx 3.0 si articola in sei modelli: LE10, LE15, LH15, LH19, LH25 e LH35. I primi due montano sensori da 256×192, con lenti da 9,7 mm e 15 mm, pensati per chi cerca compattezza e visione ravvicinata. L’LH15 introduce un sensore da 320×240, mentre LH19, LH25 e LH35 portano la risoluzione a 384×288 e coprono la media e lunga distanza.
Il risultato è una gamma capace di rispondere a tutte le esigenze di osservazione, dal bosco fitto alla pianura, con portate dichiarate fino a 1800 metri sui modelli superiori. Ma il punto non è solo quanto lontano vede: è come restituisce ciò che vede.
Nei modelli LH19, LH25 e LH35, la sensibilità termica scende sotto i 15 mK, un valore di riferimento nella categoria. Anche i più piccoli restano sotto i 20 mK. In pratica, significa che il dispositivo è capace di leggere e distinguere minime variazioni di temperatura, restituendo un’immagine viva anche quando il paesaggio e l’animale hanno temperature simili. In una notte umida o in una mattina fredda, quando il termico medio mostra una scena piatta e impastata, il Lynx 3.0 disegna ancora il profilo, il respiro, la differenza.

Shutterless: continuità assoluta
Il passo tecnologico più evidente, però, è la piattaforma Shutterless HSIS (HIKMICRO Shutterless Image System). In parole povere: niente più interruzioni di immagine per la calibrazione del sensore. Chi usa termici tradizionali conosce bene quel rumore secco, quel mezzo secondo di blocco ogni tanto. È normale, ma fastidioso. Nel Lynx 3.0, l’immagine è continua, fluida, viva. Non si ferma mai. E chi lavora nel bosco o in selezione notturna sa quanto valga questo dettaglio.
L’immagine come non l’avevamo vista
Su tutti i modelli HIKMICRO ha introdotto Image Pro 3.0, un algoritmo proprietario basato su intelligenza artificiale che elabora l’immagine per rendere le sagome più realistiche e i dettagli più leggibili. L’effetto è sorprendente: l’animale non è più una macchia bianca che si muove sullo sfondo, ma una figura riconoscibile, tridimensionale, con confini netti anche a lunga distanza.
Sui modelli LH15 e superiori arriva anche Zoom Pro, un altro algoritmo che lavora sull’ingrandimento digitale riducendo la distorsione tipica dello zoom. Il risultato è un’immagine che rimane definita anche quando spingi oltre il limite ottico.
È una piccola rivoluzione nel segmento di ingresso, perché fino a ieri queste soluzioni erano riservate ai modelli top di gamma.


Display AMOLED ad alta risoluzione
Anche il display interno è stato migliorato in modo evidente. I modelli LH19, LH25 e LH35 montano un pannello AMOLED da 0,39” a 1920×1080, mentre LE10, LE15 e LH15 adottano un AMOLED da 0,3” con risoluzione 1024×768. In pratica, la resa è più nitida, i contrasti più netti, il nero è nero davvero. Guardandoci dentro, non si ha mai la sensazione di stare osservando un dispositivo economico. L’immagine è fluida, continua, priva di sfarfallii. Il risultato complessivo è una visione piacevole, naturale, che affatica poco l’occhio anche dopo minuti di osservazione continua.
Un design al servizio della mano
Il Lynx 3.0 si impugna come un oggetto pensato da chi la caccia la pratica. Non richiede postura né precisione: si prende, si porta all’occhio e funziona. I tasti cadono naturalmente sotto le dita, l’oculare è morbido e avvolgente, abbastanza da isolare la luce esterna ma mai rigido o scomodo. È un prodotto “pronto all’uso”, non uno strumento da laboratorio.
Durante la prova sul campo, nelle condizioni più comuni — bosco fitto, vegetazione umida, temperatura ambiente bassa — il Lynx 3.0 ha dimostrato di avere una risposta immediata e una fluidità d’immagine sorprendente per la sua fascia. La sensazione, più che di un “entry level”, è di un dispositivo maturo, essenziale, che ha scelto di non fare compromessi dove contano.

Il modello “furbo”
Tra i sei modelli, c’è una versione che probabilmente diventerà la preferita di molti: il Lynx LH15. Con sensore 320×240 e lente da 15 mm, rappresenta il punto d’equilibrio tra qualità e prezzo. Ha un’immagine sensibilmente superiore ai modelli base, ma resta compatto e accessibile. È il classico prodotto che può restare nello zaino per anni senza mai sembrare superato. Una “via di mezzo” solo sulla carta, perché in realtà è la scelta più razionale per chi vuole un termico serio senza salire troppo di budget.
Tecnologia che serve, non che distrae
Uno degli aspetti più apprezzabili di questo progetto è la coerenza. HIKMICRO non ha ceduto alla tentazione di riempire il Lynx 3.0 di funzioni inutili. Non troviamo Wi-Fi, app secondarie o modalità esotiche di visualizzazione. Tutto ruota attorno a un obiettivo preciso: fornire visione immediata, stabile e leggibile.
È tecnologia che non rallenta, che non chiede di pensare, che non interrompe il gesto. E nel mondo reale, dove le occasioni durano pochi secondi, questa semplicità diventa un valore tecnico vero.
Un aiuto concreto anche alla sicurezza
C’è poi un aspetto etico e pratico che non si può ignorare. Un termico come il Lynx 3.0 non serve solo per “vedere di più”, ma per vedere meglio. Riconoscere prima, identificare con certezza, leggere il comportamento di un animale o la presenza di altri elementi sulla scena è un vantaggio che si traduce in maggiore sicurezza. Significa ridurre gli errori, evitare colpi incerti, migliorare la gestione e la selezione. La tecnologia, in questo senso, diventa parte integrante di una caccia più consapevole.
Seguire l’istinto, ma con gli occhi della tecnologia
L’intera comunicazione scelta da HIKMICRO per il lancio del Lynx 3.0 ruota attorno a una frase semplice: segue la velocità dell’istinto del cacciatore.
Dietro le parole, c’è un messaggio preciso. Il Lynx 3.0 non nasce per sostituire l’occhio umano, ma per affiancarlo. L’istinto resta il motore della caccia: la conoscenza del territorio, dei rumori, dei comportamenti, delle stagioni. La tecnologia, se ben progettata, serve solo a ridurre la distanza tra istinto e conferma. E il Lynx 3.0 lo fa con un’eleganza che si percepisce dal primo utilizzo.

Accessibilità senza rinunce
Definire il Lynx 3.0 un prodotto “entry level” è corretto solo se ci riferiamo al prezzo. Per prestazioni, qualità costruttiva e immagine, si colloca ben oltre la soglia di ingresso. È il segno che il mercato sta cambiando: oggi un cacciatore può acquistare un termico di alta qualità senza spendere cifre da professionista. È la democratizzazione della visione termica, quella che trasforma una tecnologia di nicchia in un compagno di caccia quotidiano.
Una riflessione sul futuro
Guardando al futuro, è evidente che la termografia non è più un accessorio da appassionati, ma uno strumento operativo della gestione faunistica moderna. Chi vive il territorio lo sa bene: osservare significa capire, e capire è la base per decidere. Un dispositivo come il Lynx 3.0, capace di portare qualità, velocità e precisione a un prezzo accessibile, è un passo avanti non solo per HIKMICRO, ma per l’intero mondo venatorio.
C’è una frase che sintetizza il senso di questo progetto: “ridurre la distanza tra sospetto e certezza”.
È esattamente ciò che il Lynx 3.0 fa, ogni volta che lo accendi.
In due secondi.




































