La solita solfa
Se proprio c’è da riconoscere un pregio agli animalisti e anticaccia, è la loro costanza. Anche nella stagione venatoria 2025-2026 si ripete il consumato copione dei ricorsi al TAR contro i calendari regionali e il primo a farne le spese – suo malgrado – è il Veneto. Ieri il Tribunale Amministrativo Regionale di Venezia ha sospeso alcune parti del testo accogliendo il ricorso presentato da 5 associazioni.
Le protagoniste del ricorso
Si tratta della LAC (Lega per l’Abolizione della Caccia), LNDC (Lega Nazionale per la Difesa del Cane), la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) e l’OIPA (Organizzazione Internazionale Protezione Animali). La sospensione riguarda i valichi montani interessati dal transito di specie migratorie, senza dimenticare la riduzione della metà del carniere giornaliero e stagionale dell’allodola (5 capi giornalieri e 25 stagionali). In aggiunta, i giudici hanno sospeso il carniere del moriglione (2 capi giornalieri e 10 stagionali).
Le reazioni
Il prossimo 27 novembre, in occasione della trattazione del ricorso, il TAR si dovrà poi occupare delle date di chiusura per tordi sasselli, canapiglie, germani reali e gallinelle d’acqua, oltre all’uso di munizioni in piombo. Su tutte le furie l’onorevole Sergio Berlato, numero uno di ACR, che ha diffuso un video da CONFAVI: “Lo avevamo detto e scritto alla Giunta Regionale, ma non hanno voluto darci retta. Gli effetti di questa insipienza ricadono sulle teste di tutti i cacciatori del Veneto che hanno già pagato per intero la licenza di caccia e ora si vedono defraudati i loro diritti“.