Gli ospiti della serata
Una serata per parlare della caccia del presente e del futuro. Lo scorso venerdì a Clusone si è svolto un dibattito, organizzato dalla Lega Nord locale all’auditorium comunale per analizzare in profondità e discutere la riforma della legge nazionale sulla caccia, ponendo l’accento sulla gestione faunistica, la tutela ambientale e la passione venatoria. Tra i temi all’ordine del giorno tutta la questione valichi, quella relativa agli anellini e alla riapertura dei roccoli. Gli ospiti e relatori della serata moderata da Guido Giudici, sono stati l’onorevole Francesco Bruzzone, figura di riferimento nel dibattito venatorio, l’europarlamentare Isabella Tovaglieri, membro attivo sia nella Commissione Agricoltura che nell’Intergruppo Caccia del Parlamento Europeo, l’onorevole Rebecca Frassini e il consigliere regionale Roberto Anelli, che ha fornito una prospettiva diretta sulle politiche e le iniziative adottate a livello lombardo.
Ideologia anticaccia
Pienone da parte del mondo venatorio nell’auditorium delle scuole elementari: presenti anche i vertici di Federcaccia Lombardia e Bergamo, Anuu Migratoristi, Uncza e l’Associazione Nazionale Libera Caccia. Tanto attesa era la relazione dell’onorevole Francesco Bruzzone, già protagonista dell’emendamento salva valichi e ora al lavoro per la modifica della legge 157 del 1992, che tanto sta facendo discutere a livello nazionale, criticata aspramente e attraverso anche campagna ad hoc da parte di chi sostiene l’ideologia anticaccia. La corsa certa è che i tempi non saranno brevissimi. “Alcuni passaggi li abbiamo già fatti, a partire dalla questione dei valichi montani che, tramite la Legge sulla Montagna, siamo riusciti a modificare. Lì c’era un’urgenza estrema e diciamo che è andata bene -ha spiegato l’onorevole Bruzzone-. La modifica alla 157 oggi è al Senato, temporaneamente ferma a causa della Legge di Bilancio. Ci sono oltre 2.000 emendamenti, molti dei quali strumentali da parte dell’opposizione che non vuole che si faccia questa modifica. Vedremo. Sarà una partita tutta in salita al Senato e poi si passerà anche alla Camera. Non faccio promesse, non sono abituato a farle mai ai cacciatori, e tantomeno faccio promesse per quanto riguarda la tempistica o altro, però l’impegno c’è sicuramente da parte di tutta la coalizione”.
Il mondo della caccia è cambiato
Il mondo venatorio e non solo, negli anni ha manifestato il desiderio di adeguare una legge che considera elemento imprescindibile, ma vetusta. “È cambiata la caccia, è cambiato l’ambiente, è cambiato il numero dei cacciatori, quindi la modifica di questa legge è una cosa inevitabile. C’è anche la possibilità di adeguarsi meglio alle questioni di carattere europeo. Nel 1992 la 157 era la legge sulla caccia più restrittiva d’Europa. Lo è ancora oggi. Dopo tanti anni ha prodotto un risultato: l’Italia è il Paese europeo che ha la più alta concentrazione di fauna selvatica. Oggi è arrivato il momento di intervenire, anche perché comunque l’impatto di certa fauna selvatica sul territorio è gravoso, non soltanto per gli agricoltori, ma basta andare a vedere tutti gli incidenti stradali che ci sono”.
Norme garantiste
Quali sono i punti principali che riguardano la modifica alla legge? “Va fatta chiarezza, la certezza del diritto prima di tutto, il calendario venatorio è quello e non può saltare con i ricorsi al Tar, nel rispetto dei cacciatori che sono cittadini che pagano le tasse. Inoltre va fatta chiarezza sulla questione dei richiami vivi e anellini, serve una norma che garantisca il loro utilizzo senza patemi ai cacciatori”. Altro tema a cui prestare attenzione per il futuro è quello dei roccoli e anche in questo caso il parlamentare leghista non si nasconde e lancia un messaggio chiaro, a livello lombardo, a chi amministra Regione Lombardia, facendo intendere la mancanza di volontà nel prendere una decisione che possa salvare la caccia al capanno. “Sicuramente è fattibile, addirittura si è fatta la deroga con il prelievo, quella sui mezzi di cattura è ancora più facile: serve un impegno più importante e pressante da parte della Regione perché è un obiettivo che si può raggiungere” (Federcaccia Lombardia).


































