Il Pulsar Telos LRF XP50, distribuito in Italia da Adinolfi di Monza, è uno di quegli strumenti che non si limitano a rinnovare una gamma: definiscono un nuovo standard. Sensore 640×480, passo pixel da 17 μm, sensibilità termica estremamente elevata, telemetro laser fino a 1.000 metri, piattaforma modulare e aggiornabile nel tempo: caratteristiche che sulla carta lo collocano tra i prodotti più tecnici del settore, ma che sul campo assumono un valore ancora più concreto, soprattutto per chi opera con regolarità in condizioni notturne difficili.
Nel nostro test lo abbiamo utilizzato in contesti differenti: appostamenti al cinghiale, selezione al capriolo in collina, controllo danni in pianura, osservazione faunistica su terreni misti. In tutti i casi, il Telos LRF XP50 ha mostrato una coerenza di prestazioni che raramente si incontra nei monoculari termici: immagine pulita, gestione dell’umidità convincente, stabilità nella separazione tra sfondo e soggetto, visione utile anche con foschia o vegetazione bagnata. 

Il quadro che ne esce è quello di un monoculare termico pensato per un uso intensivo, non per l’uscita occasionale. La costruzione robusta, la batteria con buona autonomia reale, la presenza del telemetro e la filosofia “piattaforma” – più che semplice prodotto – lo collocano nella fascia degli strumenti con cui si lavora sul serio, stagione dopo stagione.
Resa dell’immagine: quando la sensibilità diventa sostanza
La qualità dell’immagine è l’aspetto che più colpisce fin dai primi minuti di utilizzo. Il Telos XP50 riesce a mantenere una stabilità sorprendente anche quando le condizioni meteo sono quelle che normalmente mettono in crisi molti termici: nebbia bassa, aria satura d’umidità, pioggia fine, vegetazione bagnata. È proprio in quei frangenti che la sensibilità del sensore, un 640×480 particolarmente pulito e abbinato a un NETD molto contenuto, permette di distinguere dettagli che con altri strumenti restano indistinti. Si riconoscono differenze minime di temperatura sul mantello degli animali, le sagome rimangono nette anche con ingrandimenti medi e il movimento, soprattutto la postura, appare chiaro e leggibile. Anche i soggetti che si muovono ai margini del campo visivo — lepri, volpi, caprioli in spostamento laterale — emergono con coerenza, senza confondersi con lo sfondo. Il risultato non è una “bella immagine” fine a sé stessa, ma una visione utile, immediata, affidabile, costruita per chi deve davvero interpretare ciò che vede. 

Ergonomia e costruzione: uno strumento nato per lavorare
Fin dal primo contatto si capisce che il Telos XP50 non è progettato per accontentare chi cerca compattezza estrema, ma per offrire solidità. La scocca in polimero rinforzato con rivestimento gommato restituisce una sensazione professionale, mentre la certificazione IPX7 elimina qualsiasi preoccupazione quando la pioggia si fa insistente o l’umidità è elevata. L’ergonomia è ben studiata: i comandi si raggiungono con naturalezza anche indossando guanti invernali e l’impugnatura consente un controllo saldo e continuo. Il monoculare è realmente ambidestro, grazie alla possibilità di invertire il cinturino e regolare la conchiglia oculare.
La caratteristica più distintiva, però, resta il sistema delle due ghiere sull’obiettivo. Una è dedicata alla messa a fuoco, l’altra allo zoom continuo. Questa soluzione, che ricorda la fluidità di un’ottica fotografica, permette di lavorare senza stacchi, senza clic, senza passaggi bruschi. Ci si abitua rapidamente e, una volta fatto, i classici pulsanti “+/-” sembrano un retaggio del passato: meno intuitivi, meno fluidi, meno naturali. 

Telemetro laser: misurare davvero, non indovinare
Uno dei punti chiave del Telos XP50 è il telemetro laser integrato, capace di misurare la distanza fino a 1.000 metri. Durante le prove notturne in ambiente agricolo abbiamo capito quanto l’occhio possa ingannare: ciò che sembra a 130 metri spesso è a 180, e ciò che pare vicino si rivela più lontano. Con un semplice tocco si ottiene la distanza reale, permettendo di valutare in modo più sicuro ogni situazione. È un vantaggio oggettivo tanto per il selecontrollore quanto per chi opera nelle uscite di controllo danni, dove la precisione sulle distanze incide direttamente sulla sicurezza e sulle scelte operative. La lettura è rapida e non disturba l’osservazione; anzi, la completa. 
Registrazione e connettività: un archivio al servizio del campo
Il Telos dispone di una memoria interna da 64 GB, sufficiente a registrare lunghe sessioni video senza doversi preoccupare dello spazio. La connessione Wi-Fi integrata permette di collegarlo all’app Stream Vision 2, tramite la quale si può visualizzare la scena in diretta sul telefono, scaricare filmati, aggiornare il firmware o gestire le impostazioni. È una funzione che, pur non essendo indispensabile per l’uso venatorio puro, diventa molto apprezzata da chi lavora in gruppo o deve documentare i propri interventi, come guardie venatorie e tecnici faunistici. 
Autonomia reale: una batteria che permette di lavorare serenamente
La batteria LPS 7i da 6.400 mAh offre un’autonomia reale sufficiente per affrontare un’intera serata di controllo o un appostamento prolungato. Anche alternando fasi di osservazione continua, brevi pause e stand-by, non abbiamo mai avuto necessità di ricariche intermedie. La presenza della porta USB-C con supporto al Power Delivery e la possibilità di utilizzare la ricarica wireless rendono la gestione dell’alimentazione moderna e pratica, soprattutto per chi ormai utilizza powerbank in modo abituale. 
Sul campo: una versatilità che segue il cacciatore
Le situazioni affrontate durante il test sono state numerose e diverse, e tutte hanno contribuito a delineare meglio il carattere del Telos XP50. Nel bosco, il campo visivo ampio permette di seguire movimenti e ingressi laterali, elementi spesso decisivi nelle uscite notturne. Nei coltivi, soprattutto in presenza di umidità o vegetazione bassa, la sensibilità termica aiuta a distinguere immediatamente animali in movimento anche quando la sagoma è solo parziale. In collina, dove le distanze di osservazione possono variare molto, la combinazione tra zoom continuo e telemetro permette di valutare correttamente ciò che accade, seguendo in modo naturale la scena.
È uno strumento che non si limita a “mostrare”, ma accompagna il cacciatore nelle condizioni più frequenti del nostro territorio: terreni misti, distanze variabili, condizioni meteo non sempre favorevoli. 
A chi si rivolge davvero il Telos LRF XP50
Il profilo dell’utilizzatore ideale emerge con chiarezza. Il Telos XP50 è perfetto per chi fa selezione e ha bisogno di una lettura precisa della postura e del comportamento dell’animale. È estremamente utile per chi opera nel controllo danni, dove la combinazione fra telemetro e immagine stabile diventa un elemento di sicurezza. Si rivolge ai tecnici e alle guardie venatorie che necessitano di documentare ciò che osservano e agli appassionati di osservazione naturalistica che desiderano un livello di dettaglio elevato e costante. Meno adatto, invece, a chi cerca un termico “semplice”, compatto e pensato per usi occasionali. 
Quale Telos scegliere?
All’interno della gamma Telos, il modello XP50 rappresenta la scelta più equilibrata. È il monoculare che meglio combina sensibilità termica, stabilità dell’immagine, ampiezza del campo visivo e precisione del telemetro, risultando la soluzione ideale per chi pratica selezione, controllo danni e osservazione intensiva su terreni variabili come bosco, pianura e collina.
Il Telos XL50, invece, si rivolge a un pubblico più specialistico. Grazie al sensore ad alta risoluzione, offre un vantaggio concreto quando si lavora con ingrandimenti elevati o su distanze medio-lunghe, soprattutto in terreni molto aperti. Richiede condizioni meteo tendenzialmente più favorevoli per esprimere tutto il suo potenziale, ma quando queste si presentano restituisce un livello di dettaglio superiore, particolarmente apprezzato da chi effettua monitoraggi a lunga distanza o lavori tecnici mirati.
Gli altri modelli Pulsar restano validi per chi cerca un primo approccio al mondo dei termici o ha un budget più contenuto, ma non possono competere con la sensibilità, la precisione e la completezza della piattaforma Telos, che rimane un riferimento nella fascia professionale. 
Scheda tecnica – Pulsar Telos LRF XP50
| Voce | Specifiche |
|---|---|
| Tipo | Monoculare termico con telemetro laser integrato |
| Sensore | 640×480 px, 17 μm, NETD < 18 mK (sistema < 15 mK) |
| Frequenza | 50 Hz |
| Obiettivo | F/1.0 – 50 mm |
| Ingrandimento ottico | 2,5× |
| Zoom digitale | fino a 10× |
| Campo visivo | 12,4° × 9,3° (21,8 × 16,3 m a 100 m) |
| Telemetro laser | Fino a 1.000 m, precisione ±1 m |
| Display | AMOLED 1024×768 px |
| Registrazione | Foto / video 1024×768 px, 64 GB interni |
| Wi-Fi | 2,4 / 5 GHz, compatibile Stream Vision 2 |
| Batteria | LPS 7i – 6.400 mAh, ~8,5 h autonomia |
| Ricarica | USB-C PD + wireless |
| Protezione | IPX7 |
| Uso consigliato | Selezione, controllo danni, monitoraggi, osservazione notturna |








































