Nuovi territori
Il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso del Comprensorio alpino di caccia Vco1 che chiedeva di annullare gli atti e i provvedimenti – a partire dal decreto del Presidente della Repubblica dell’11 ottobre 2023 – che hanno consentito l’ampliamento del Parco Nazionale della Val Grande. L’espansione, che porta la superficie complessiva dell’area protetta a circa 17mila ettari, comprende nuovi territori nei comuni di Verbania, Ornavasso e Mergozzo, l’intero territorio di Caprezzo e una parte di Vogogna, includendo anche la fascia collinare che dal Monterosso scende verso il canneto di Fondotoce. Il Comprensorio Vco1, rappresentato dagli avvocati Paolo Scaparone e Federico Burlando, aveva contestato il procedimento di estensione, denunciando un difetto di istruttoria e l’inclusione di “ampie aree antropizzate” che, secondo il ricorso, “servirebbero soltanto a collegare il Parco con una zona di Verbania caratterizzata da attività turistico-ricettive”.
La correttezza della procedura
I giudici amministrativi torinesi hanno però confermato la piena correttezza della procedura seguita dal Ministero e dall’Ente Parco, evidenziando che l’iter ha coinvolto “un numero di soggetti più ampio di quello previsto per legge” e che l’ampliamento rispetta le finalità della normativa sulla tutela ambientale. Il Tar ha inoltre ricordato che i parchi nazionali possono includere anche ecosistemi “parzialmente alterati da interventi antropici”, in coerenza con la legge quadro 394, che tutela non solo le aree wilderness ma anche quelle che possono essere oggetto di specifica protezione e sviluppo sostenibile. Soddisfatto il presidente del Parco Nazionale della Val Grande, Luigi Spadone: «Così i confini del parco sono definiti, ovviamente sempre che l’atto di primo grado non venga impugnato da parte del ricorrente nei confronti del Consiglio di Stato. Oggi si inizia a scrivere un punto fermo sulla consistenza del territorio del nostro Parco». E aggiunge: «Non possiamo che accogliere con favore la sentenza perché viene riconosciuto il lavoro svolto in maniera assolutamente legittima e corretta. Se impugnazione ci sarà vedremo cosa deciderà eventualmente il Consiglio di Stato. Intanto la sentenza di primo grado conferma quello che è il nuovo territorio del Parco Nazionale della Val Grande».
Area wilderness
Spadone sottolinea anche il valore del pronunciamento del Tar: «Il collegio giudicante ritiene che la procedura adottata dal Parco e dal Ministero sia stata assolutamente coerente con la normativa vigente. Il giudice ha evidenziato come nella procedura stessa il Parco abbia consentito una partecipazione di soggetti più ampia rispetto a quelli previsti dalla normativa, con una trasparenza superiore a quella che la norma richiedeva». Infine, osserva: «È vero che le nuove aree non sono wilderness come è wilderness il Parco, ma questo non vuol dire che non possano essere oggetto di tutela anche situazioni diverse, perché la Legge 394 non è limitata esclusivamente alla difesa di un’area wilderness: riguarda anche aree che si ritiene possano essere oggetto di tutela specifica. La 394 tratta di parchi, di biodiversità ma anche di sviluppo sostenibile e di territorio». «Adesso – conclude Spadone – possiamo finalmente partire con il Piano per il Parco, obbligatorio ed estremamente necessario per lo sviluppo locale connesso a questo patrimonio ambientale».





































