Il ricorso al TAR
È una sentenza destinata a far discutere (come molte altre d’altronde) quella pronunciata lo scorso mese di ottobre dai giudici del Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio. Un uomo ha infatti presentato ricorso dopo la revoca della sua licenza di caccia a causa di quanto accaduto nel corso di un’esercitazione che nulla ha a che fare con l’attività venatoria.
L’episodio nel dettaglio
In effetti, l’episodio si riferisce a un allenamento di tiro con l’arco, quando il ricorrente ha scagliato una freccia che è andata a conficcarsi nell’abitacolo di un furgone che aveva il finestrino aperto e a pochi centimetri dalla testa del conducente. Il comportamento è stato ritenuto alla stregua di quelli superficiali e negligenti, dunque un fattore di inaffidabilità che ha spinto a revocare il porto di fucile.
I motivi della nuova decisione
L’assenza di feriti, la mancata denuncia da parte del conducente del furgone e il fatto che ci fosse un apposito piano di sicurezza predisposto dal Comune ha permesso al TAR di decidere in maniera opposta. La licenza è stata riconsegnata, visto che l’inaffidabilità non sarebbe stata riscontrabile tramite un fatto di questo tipo, senza dimenticare che l’episodio stesso è stato archiviato a livello penale come un incidente e nulla più.




































