Fondi pubblici della Regione Veneto alle associazioni dei cacciatori, per contrastare il bracconaggio, finiti anche in patatine, pizzette e prosecco di rinfreschi e buffet. È l’ipotesi sulla quale stanno indagando in Veneto la Corte dei Conti e la Guardia di Finanza. Si tratta di 262 mila euro erogati nel 2018 dalla Regione Veneto alle associazioni venatorie, che in piccola parte – riferisce il Gazzettino – sono finiti per pagare salatini, pizzette sfoglia, bottiglie di vino e acqua, altri prodotti per rinfreschi.
Le Fiamme Gialle hanno chiesto gli atti alla Regione. Adesso di quei contributi finiti in prodotti alimentari si sta interessando anche la Corte dei Conti. Erano stati alcuni consiglieri regionali a chiedere chiarimenti sulle spese sostenute dalle associazioni venatorie con i contributi pubblici.
Giornalista. Nato a Roma nel 1982. Tante passioni, tra cui quella per l'ambiente, il territorio e la ruralità, maturata grazie alle vacanze nell'Appennino Umbro-Marchigiano e ai racconti dei cacciatori del posto. Ha dedicato parte dei suoi studi all'agricoltura e all'economia "green".
Un precedente pericoloso Le lungaggini burocratiche hanno avuto la meglio, l'assoluzione di Paolo Mocavero, leader dell'associazione Centopercentoanimalisti che era accusato di diffamazione nei confronti dell'ex calciatore Roberto Baggio e della sua passione per la caccia rappresenta un pericoloso precedente. Forse...
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Le zone coinvolte In Piemonte sono state osservate due nuove positività alla peste suina africana sui cinghiali, entrambe in provincia di Alessandria: una a Molare (21), una a Predosa (4). Il totale in regione sale così a 796 casi. Lo...
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Pressioni e sfide La rete ecologica Natura 2000 è il cuore della conservazione della biodiversità in Europa, con l’obiettivo principale è di mantenere e ripristinare habitat e specie in uno stato di conservazione favorevole, senza necessariamente escludere le attività umane....
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Nuovo bollettino Fino a lunedì 22 dicembre 2025 il prelievo della beccaccia rimarrà consentito in tutto il territorio regionale della Lombardia nel rispetto delle limitazioni previste dal calendario venatorio. Questo è quanto si può leggere nell'ultimo bollettino relativo al cosiddetto...
Ecco perché non andremo più a caccia e il motivo per cui le nostre care associazioni venatorie (leggasi produttrici di assicurazioni), non hanno mai veramente puntato i piedi contro una politica animalista. Quando non si andrà più a caccia poi i rinfreschi se li faranno a casa loro.
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Ecco perché non andremo più a caccia e il motivo per cui le nostre care associazioni venatorie (leggasi produttrici di assicurazioni), non hanno mai veramente puntato i piedi contro una politica animalista. Quando non si andrà più a caccia poi i rinfreschi se li faranno a casa loro.
Le associazioni andrebbero abolite ..solo così facendo la caccia può sopravvivere.