Sulle alpi piemontesi non sono più cacciabili la pernice bianca e la lepre variabile. Provvedimento resosi necessario per tutelare due specie particolarmente vulnerabili”, spiega l’assessore regionale all’agricoltura Giorgio Ferrero.
La Giunta regionale ha deliberato oggi di vietare sull’arco alpino piemontese la caccia alla pernice bianca e alla lepre variabile. Il provvedimento, proposto dall’assessore Giorgio Ferrero, si è reso necessario per tutelare due specie a rischio di estinzione.
“Abbiamo voluto tutelare due specie particolarmente vulnerabili”, spiega Giorgio Ferrero. “La pernice bianca è considerata a rischio di estinzione su tutto l’arco alpino. Rischio aggravato dal maltempo di questa estate che ha reso ancora più critiche le condizioni di vita per questa specie. Per la lepre variabile ad oggi in Piemonte non esistono censimenti affidabili. Abbiamo perciò scelto di rendere concreta l’attenzione all’ambiente e alla tutela delle specie animali a rischio che ci compete e in cui fortemente crediamo”. “Con questo provvedimento vengono dimezzate le specie della tipica fauna alpina cacciabili in montagna. Sarà poi la nuova legge regionale sulla caccia, su cui contiamo di avviare le consultazioni sul nuovo testo entro la fine di ottobre, a definire in modo organico le specie cacciabili in Piemonte”.
“Alla vigilia dell’apertura della caccia abbiamo assunto anche altri provvedimenti, come la richiesta ai presidenti degli ambiti di caccia di imporre ai cacciatori di indossare giubbotti o bretelle ad alta visibilità, a tutela della loro salute e di quella delle persone che frequentano zone di caccia. Abbiamo anche reso operativo per la prossima stagione venatoria il divieto di utilizzo di richiami vivi, cioè di uccelli tenuti in gabbia che con il loro canto attirano altri uccelli, portandoli a tiro dei cacciatori.
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