Caccia: Palermo, Piano Faunistico Venatorio e Valutazione di Incidenza Ambientale, il Tar condanna la Regione ma non le Associazioni Venatorie.
Che il T.A.R. Palermo sia un organo di giustizia amministrativa sui generis lo sapevamo già. Per quei magistrati della prima sezione non contano le decisioni di altri tribunali, né le sentenze del Consiglio di Stato. Loro hanno la loro giurisprudenza e questo basta. Mettiamo da parte, solo in questo contesto, l’annosa questione della VINCA sul P.F.V. 2013/18. Sul punto i giudici si sono limitati ad affermare quanto già era scontato: il P.F.V. deve essere assoggettato a valutazione d’incidenza ambientale (che scoperta) come d’altronde affermato nelle precedenti sentenze. Ma qual’é in concreto l’oggetto delle valutazioni, che era la questione, hanno dimenticato di scriverlo. Ad onor del vero, occorre dire che le Associazioni venatorie intervenute nel processo – le quali hanno tanto insistito nel dimostrare che la VINCA non riguardava la ludica attività di caccia – non sono state condannate alle spese. Tenuto conto che lo stesso TAR appena due anni addietro, e fondamentalmente per gli stessi motivi, aveva decapitato le Associazioni venatorie di quel processo, possiamo affermare a ragione che quanto prodotto a questi giudici ha avuto il suo peso. D’altronde, chi è avvezzo a questioni di giustizia sa che ormai alla soccombenza seguono le spese. Così non è stato, le Associazioni venatorie intervenienti non hanno certamente vinto il ricorso, ma altrettanto certamente non l’hanno perso. La storia, quindi, continua.
Ciò detto, la cosa che ancor di più sorprende di questa sentenza è un’altra: come si può statuire che le motivazioni biologiche sulle quali l’Amministrazione ha fondato i propri discostamenti dal parere dell’ISPRA erano insufficienti? Non sono bastate cinque o sei pagine di calendario venatorio dedicato esclusivamente alle questioni biologiche? Ma cosa vogliono questi giudici, che il C.V. diventi un trattato di biologia applicata alla caccia?
La verità è un’altra. Per la prima sezione del T.A.R. Palermo dobbiamo semplicemente abolire il C.R.F.V. con i suoi pareri, dobbiamo abolire ogni potere discrezionale della P.A., dobbiamo divenire ciechi innanzi alle decisioni di tanti giudici che non si stancano di ripetere che l’ISPRA non può sostituirsi alle PP.AA., dobbiamo, soprattutto, abolire l’art. 18 della L. n. 157/1992 che detta il C.V. legale. E cosa dobbiamo fare allora?
Semplice: consegnare un pò di fogli di carta all’ISPRA e il calendario venatorio ce lo scriveranno i loro funzionari. Andremo a caccia dal primo di ottobre al 10/20 di gennaio, forse!!
Cari amici che ormai copiosi ci leggete, così è. Cosa fare? Resistere, resistere, resistere, prima o poi troveremo anche noi un giudice a Berlino. In conclusione, avuto a mente il C.V. 2013/14 ormai pubblicato non possiamo che dire: mala tempora currunt.
Il Presidente Stefano Privitera Sindacato Nazionale Cacciatori
Amo la caccia alla beccaccia, i cani da caccia e la Natura. Mi interessa molto l'attualità venatoria.
Redattore presso Caccia Passione mi occupo di sviluppo delle aree Social e Media News.
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