Inasprimento delle pene
Un nome (anzi un doppio nome) e un cognome che il mondo venatorio conosce molto bene. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla è ben nota (anche troppo) ai cacciatori di tutta Italia e oggi non si parla che di lei. Per quale motivo? È entrata definitivamente in vigore la sua legge che prevede un inasprimento delle pene per quel che riguarda i reati legati agli animali. La stessa Brambilla l’ha definita senza mezzi termini “una riforma storica che l’Italia attendeva da oltre vent’anni”, ma cosa prevede nello specifico?
Multe e reclusione
Tra le previsioni principali c’è il divieto di tenere i cani alla catena (la multa va dai 500 ai 5mila euro), da 6 mesi a 2 anni di carcere per il maltrattamento degli animali, 3 anni di reclusione per l’uccisione degli stessi animali (che aumentano a 4 nell’ipotesi di sevizie), ma anche lo stop alle lotte clandestine e al traffico di cuccioli.
Il riferimento alla caccia
Come era facile intuire, l’ex ministro è riuscito ad accostare la parola “caccia” anche a questa legge in cui l’attività venatoria non è minimamente coinvolta. Queste le sue dichiarazioni prima del via libera al testo normativo: “Quella contro la caccia è e resta la mia battaglia”.