La decisione della Corte di Giustizia UE
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha emesso il 1° agosto 2025 una sentenza cruciale per la conservazione degli uccelli selvatici e la gestione forestale. La causa C-784/23 stabilisce principi chiari sul divieto di abbattimento degli alberi durante il periodo di riproduzione degli uccelli. La Direttiva 2009/147/CE rappresenta il pilastro della protezione dell’avifauna europea. L’articolo 5 stabilisce un regime di protezione che vieta l’uccisione o cattura deliberata, la distruzione o danneggiamento di nidi e uova e il disturbo deliberato durante il periodo di riproduzione.
Il caso estone
Nel maggio 2021, due società estoni hanno avviato tagli forestali che sono stati sospesi dall’Agenzia per l’ambiente. La sospensione si basava sulla presenza scientificamente provata di 10 coppie di uccelli per ettaro e l’identificazione di 10 diverse specie nidificanti, con conseguente rischio di perturbazione durante il periodo riproduttivo. Le specie identificate includevano Luì verde, Scricciolo comune, Merlo, Tordo bottaccio, Fringuello, Picchio muratore e Ciuffolotto comune, tutte rilevate attraverso osservazioni dirette e canti durante i sopralluoghi.
Le decisioni della Corte
La Corte ha stabilito che la condizione di deliberatezza è soddisfatta non solo quando l’uccisione o perturbazione degli uccelli è l’obiettivo diretto, ma anche quando l’autore dell’atto ha accettato la possibilità che tali conseguenze si verifichino. Questo principio si applica uniformemente sia alla Direttiva Uccelli che alla Direttiva Habitat, garantendo coerenza normativa. La sentenza chiarisce una distinzione fondamentale nell’applicazione dei divieti. I divieti relativi all’uccisione e distruzione dei nidi (lettere a e b dell’articolo 5) hanno applicazione assoluta, indipendentemente dall’obiettivo dell’attività e senza necessità di valutazioni proporzionali. Il divieto di disturbo (lettera d) invece si applica solo quando le perturbazioni hanno “conseguenze significative” sulle popolazioni di uccelli, richiedendo una valutazione rispetto agli obiettivi di conservazione stabiliti dalla direttiva. La Corte ha inoltre validato l’approccio delle autorità estoni basato su dati scientifici relativi alla densità di nidificazione, osservazioni dirette durante i sopralluoghi e l’applicazione del principio di precauzione. La presenza di circa 10 coppie per ettaro, combinata con l’identificazione di esemplari specifici, costituisce una base sufficiente per presumere la nidificazione.
Implicazioni per la gestione forestale
Gli operatori forestali devono quindi evitare i tagli durante il periodo aprile-luglio, che corrisponde generalmente alla stagione riproduttiva degli uccelli. È necessario effettuare valutazioni preventive della presenza di avifauna nidificante e, quando le operazioni risultano indispensabili, richiedere deroghe specifiche alle autorità competenti. L’articolo 9 della Direttiva consente, infatti, deroghe per prevenire gravi danni ai boschi, garantire la sicurezza pubblica e aerea, o per altri motivi specificati. Tuttavia, queste deroghe sono concesse solo in assenza di soluzioni alternative e richiedono autorizzazione specifica delle autorità nazionali, con valutazione della proporzionalità delle misure richieste.
Raccomandazioni operative
Le amministrazioni pubbliche dovrebbero sviluppare linee guida specifiche per il settore forestale e implementare sistemi di monitoraggio dell’avifauna. Il settore forestale deve adottare calendari di taglio rispettosi dei cicli riproduttivi e investire in tecnologie di rilevamento non invasive. La comunità scientifica può contribuire approfondendo le correlazioni specie-habitat e sviluppando modelli predittivi di nidificazione per supportare decisioni più informate nella gestione forestale.
Prospettive future
La sentenza rappresenta un importante passo verso l’equilibrio tra conservazione della biodiversità e attività economiche forestali. Stabilisce la priorità della protezione dell’avifauna attraverso criteri oggettivi, mantenendo spazi di flessibilità attraverso deroghe motivate scientificamente. L’implementazione efficace richiederà una stretta collaborazione tra istituzioni, operatori economici e comunità scientifica, orientata verso modelli di silvicoltura sostenibile che rispettino i cicli naturali e garantiscano la conservazione del patrimonio avifaunistico europeo per le future generazioni (AB Agrivenatoria Biodiversitalia).