Il dubbio è lecito
Riportiamo il comunicato diffuso dal comitato provinciale di Viterbo di Arci Caccia: “Il 27 giugno abbiamo svolto una iniziativa pubblica , con al centro tante problematiche venatorie ed ambientali, che nella nostra visione delle cose sono assolutamente indissolubili. Ed abbiamo dedicato anche lì attenzione alla questione della enorme concentrazione in provincia di impianti fotovoltaici a terra. I numeri dicono che è la più alta d’Europa. Pensavamo d’aver già dato abbastanza, sicuramente già più del tollerabile. Ma un dubbio è lecito dopo aver raccolto l’entusiasmo di un lungo articolo apparso il 19 luglio sulla pagina nazionale d’economia del Messaggero dal titolo inequivocabile: “GLI AZERI INVESTONO NEL SOLARE DEL LAZIO. I FONDI STRANIERI QUI SI SENTONO ACCOLTI”. Leggendolo poi si apprende che per Lazio si intende esplicitamente per gran parte il viterbese”.
L’investimento
“A parlare il signor Israfil Mammadov, amministratore del fondo sovrano azero SOFAZ ; per sottolineare la solidità dell’operazione si citano 3 miliardi di dollari di investimenti in Italia , tra cui l’acquisizione di una percentuale del 49% del portafoglio di impianti fotovoltaici del gruppo statunitense ENFINITY GLOBAL, che si tradurrebbe in un investimento “secondo quanto risulta” attorno ad alcune centinaia di milioni. Insomma il sospetto che lo scempio che ha già subito il territorio dell’Alto Lazio non sia finito per niente è plausibile. Al momento non ci pare poi che né stampa locale, né amministrazioni né la politica abbiano dato un cenno di questa notizia, buttata là con toni abbastanza benevoli, quasi promozionali, tra le righe di pagine nazionali”.
Proliferazione eccessiva
“Certo per gli investitori un ottimo affare, buoni investimenti che “garantiscono stabilità dei prezzi per i clienti e flussi di cassa prevedibili“. Ma tutti qui, nell’Alto Lazio? Ma governo nazionale, e regionale soprattutto, non avevamo promesso attenzione e cautela nonché vincoli per questa proliferazione eccessiva? Mica comitati d’accoglienza. E l’Amministrazione Provinciale sa niente? Noi saremo pure interessati, perché ci sottraggono il campo di gioco; altro che caccia ed ambiente. E parliamo di una attività ludica. Ma in gioco purtroppo ci sono anche altri valori: culturali, ambientali, economici e sociali. Forse interessano di più tutti e soprattutto il futuro delle prossime generazioni in questa terra di Tuscia”.