Sentenza controversa
Sono un vanto alimentare non solo regionale, ma anche le protagoniste di una vicenda giuridica piuttosto particolare che è stata dibattuta presso la Corte d’Appello di Perugia. I giudici umbri, infatti, hanno bocciato il risarcimento nei confronti degli eredi di un proprietario terriero che aveva subito danni importanti al suo raccolto di lenticchie a Colfiorito (frazione di Foligno). Il motivo? La prova dell’incursione da parte dei cinghiali, responsabili del danneggiamento, non sarebbe stata certa.
Testimonianze e perizie
Gli eredi dell’agricoltore avevano chiesto 20mila euro in seguito a un episodio avvenuto nel lontano 2002. Per arrivare alla sentenza della Corte sono stati necessari parecchi anni e la conclusione è stata identica a quella messa nero su bianco dal Tribunale di Spoleto: le testimonianze e le perizie non sono state sufficienti per associare i danni al passaggio degli ungulati.
Parziale consolazione
Secondo la Corte d’Appello, le prove sarebbero fin troppo generiche e si baserebbero su indizi fragili. A far propendere per la bocciatura del risarcimento è stata soprattutto la testimonianza di un uomo che ha ammesso di non aver mai notato di persona i cinghiali, la cui presenza sarebbe stata intuita dal calpestio del terreno. L’unica consolazione per gli eredi è stata la condanna dell’Ente Parco a restituire le somme già versate per le spese legali.


































