Gli incidenti causati dall’attraversamento improvviso di cinghiali, caprioli o altri animali selvatici sollevano un tema complesso di responsabilità. In linea generale, la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e la gestione è affidata a Regioni, Province e Città metropolitane tramite piani faunistico-venatori. La giurisprudenza oscilla tra l’applicazione della responsabilità per fatto illecito, che richiede la prova della colpa dell’ente (ad esempio per omessa segnalazione del rischio o mancata attuazione dei piani di contenimento), e la responsabilità da custodia dell’animale, che presuppone un effettivo potere di controllo.
In concreto, il danneggiato deve documentare circostanze che mostrino una carenza organizzativa o manutentiva: assenza di cartelli in tratti notoriamente interessati da attraversamenti, recinzioni inidonee, mancato pronto intervento su segnalazioni pregresse. L’ente proprietario della strada può rispondere se difetta la diligente manutenzione o la segnaletica di pericolo; la Regione o l’ente delegato può essere chiamato a rispondere per omessa o inefficace gestione della fauna in quell’area.
Coperture assicurative realmente utili
La responsabilità civile auto obbligatoria copre i danni cagionati a terzi, ma non sempre i danni propri del veicolo del conducente quando l’urto avviene con un animale selvatico. Per questi casi è utile verificare la presenza di garanzie opzionali: “urto con animali” o estensioni della collisione (spesso incluse in mini-kasko o kasko completa), oltre all’eventuale copertura infortuni del conducente. Alcune polizze includono il sinistro con animali tra gli “eventi naturali”, ma è essenziale leggere con attenzione esclusioni, franchigie e massimali. In mancanza di una garanzia ad hoc, il recupero del danno materiale e biologico può avvenire solo agendo contro l’ente responsabile, secondo i principi della responsabilità civile e fuori dai meccanismi di indennizzo diretto tra assicurazioni.
Manutenzione stradale e doveri degli enti territoriali
L’ente proprietario o gestore della strada (Comune, Provincia, Città metropolitana, ANAS o concessionario autostradale) deve mantenere la carreggiata in condizioni di sicurezza prevedibili, installare adeguata segnaletica di pericolo e predisporre misure ragionevoli nei tratti a rischio. Recinzioni, dissuasori, taglio della vegetazione che riduce la visibilità e illuminazione nei punti critici rientrano in scelte tecniche che, se gravemente omesse, possono fondare responsabilità. Parallelamente, gli enti titolari della gestione faunistica devono pianificare e attuare interventi di prevenzione, monitoraggio delle popolazioni e contenimento dove previsto, coordinandosi con la polizia provinciale e le forze dell’ordine.
Come denunciare e chiedere il risarcimento
Dopo il sinistro, la priorità è la sicurezza: fermarsi in un luogo protetto, segnalare l’emergenza e contattare il 112, richiedendo l’intervento delle forze dell’ordine o della polizia provinciale per il verbale e l’eventuale recupero dell’animale. La documentazione è decisiva: fotografie del luogo e dei danni, posizione GPS, condizioni della segnaletica e della recinzione, testimonianze, tempi e direzione di marcia.
È opportuno avvisare subito la propria compagnia per gli adempimenti di polizza e, in parallelo, inviare richiesta stragiudiziale di risarcimento all’ente ritenuto responsabile, con descrizione dettagliata, copia del verbale, certificazioni mediche, preventivi e perizie. In caso di contestazione, una consulenza medico-legale e la ricostruzione tecnica della dinamica aiutano a colmare il divario probatorio. I termini di prescrizione dell’azione risarcitoria sono generalmente quinquennali, ma è prudente agire in tempi rapidi per preservare le prove e favorire una soluzione bonaria. Valutare con uno studio legale specializzato la strategia, le competenze territoriali e i profili probatori riduce il rischio di rigetto.
Prevenzione e comportamenti corretti alla guida
La prevenzione resta l’arma più efficace. Nelle ore crepuscolari, quando gli spostamenti degli animali sono più frequenti, la velocità va adeguata alla visibilità e al tracciato, specialmente in aree boschive o agricole. La lettura attenta dei cartelli di pericolo impone di aumentare la distanza di sicurezza e di prepararsi a una frenata decisa in rettilineo, evitando sterzate brusche che possono causare uscite di strada o collisioni frontali.
L’uso dei fari abbaglianti va dosato per non accecare né l’animale né gli altri conducenti; se si avvista fauna sul margine, è utile ridurre progressivamente la velocità, poiché spesso gli esemplari viaggiano in gruppo. Dopo l’impatto, è fondamentale non avvicinarsi all’animale ferito, che può reagire in modo imprevedibile, e attendere i soccorsi in posizione sicura con giubbotto riflettente e triangolo. La combinazione di condotta prudente, infrastrutture curate e gestione faunistica efficiente abbassa sensibilmente il rischio e, quando l’evento non è evitabile, consente di attribuire correttamente le responsabilità e ottenere un ristoro rapido e proporzionato.
































