Il dispositivo reso pubblico dal Ministero della Salute lo scorso 30 dicembre in merito all’influenza aviaria e che ha sancito il divieto di utilizzo dei richiami vivi nella caccia in deroga ha fatto e fa ancora molto discutere. A distanza di undici giorni, lo stesso dicastero ha ritenuto opportuno emanare una nota di chiarimento per fugare ogni dubbio. Il punto che interessa maggiormente i cacciatori è il numero 6. Si precisa infatti che riguardo a richiami detenuti in gabbie nei laghetti di caccia, gli stessi animali devono essere riportati nelle sedi in cui sono custoditi di solito nei mesi in cui l’attività venatoria è chiusa.
In caso di volatili destinati alla macellazione, al contrario, i servizi veterinari avranno il compito di effettuare dei campionamenti di organi sulle carcasse, in modo da ricercare il virus dell’influenza. Il resto della nota di chiarimento è dedicato agli obblighi delle Asl e agli allevamenti di tacchini da carne, ovaiole per la produzione di uova da consumo, oche e anatre, su cui i prelievi devono essere effettuati nel minor tempo possibile.
Giornalista. Nato a Roma nel 1982. Tante passioni, tra cui quella per l'ambiente, il territorio e la ruralità, maturata grazie alle vacanze nell'Appennino Umbro-Marchigiano e ai racconti dei cacciatori del posto. Ha dedicato parte dei suoi studi all'agricoltura e all'economia "green".
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Quadri normativi mutati Con il voto di ieri alla Camera dei Deputati è stato formalizzato l’avvio del processo legislativo per la modifica dello status di protezione del lupo. Tale approvazione, collegata alla Legge di Delegazione Europea, rappresenta un passaggio fondamentale...
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